mercoledì, gennaio 14, 2009

John rules

At about the same time, the theory of automata developed as an independent study, making use of closely related mathematical notions. There was those - John von Neumann, for example - who felt that the entire development was dubious and shaky at best, and probably quite misconceived, but such qualms did not go far to dispel the feeling that mathematics, technolog, and behavioristic linguistics and psychology were converging on a point of view that was very simple, very clear, and fully adequate to provide a basic understanding of what tradition had left shrouded in mystery.

Noam Chomsky, in "Languange and Mind"

Mi chiedo: mettiamo che John von Neumann avesse vissuto 100 anni, invece di 54. Dove sarebbe arrivata adesso la scienza?

4 commenti:

delio ha detto...

la gente a 70 tipicamente rincoglionisce e si ritira a coltivare le zucchine. von neumann è stato un personaggio immenso, ma i suoi eredi non sono mancati, mi sembra. dove sarebbe oggi la matematica se gauß fosse ancora vivo?

Bluebeardburns ha detto...

Ma non eri contro la personalizzazione della scienza? Non puoi combattere il tuo istinto epico, dí la veritá...

Lap(l)aciano ha detto...

E lo so, avete ragione tutti e due...

Però dovete ammettere che leggere il libro di un linguista e trovarvi un riferimento a von Neumann è comunque una testimoninanza della sua grandezza.

Quanto agli eredi: però persone come Gauss, von Neumann e Tao ne nascono molto raramente, non trovate?

(Ramanujan entra in questa cerchia ristretta?)

La verità è che se è vero che von Neumann a 70 anni si sarebbe ritirato a coltivare le zucchine, noi abbiamo la sola prospettiva di raccogliere le bucce delle zucchine cucinate dalla serva di von Neumann in pensione, scientificamente parlando...

delio ha detto...

non so se davvero ne nascano così pochi. pensa alla generazione dei fisici tra gli anni '20 e gli anni '50. anche feynman ha dato un sacco alla fisica E all'informatica, per esempio. hai ragione quando dici (o alludi al fatto) che il punto centrale è la sempre minore capacità o voglia di interdisciplinarità.