venerdì, gennaio 28, 2011

(Un'altra) discussione sul riscaldamento climatico

Ultimamente mi sono (di nuovo) impelagato in una discussione sul blog di Vietti riguardo il riscaldamento globale.

E ho sentito i soliti argomenti triti e ritriti sul perchè non c'è riscaldamento globable e se c'è non è antropico. Rispondo qui, così non vado a visitare ogni giorno Vietti per una discussione sull'aria fritta.
Obiezione 1: Non c'è nessun riscaldamento. I dati che mostrano il riscaldamento non valgono perchè usano una grandezza, la temperatura media della terra, che non ha senso.
Quello della non esistenza della temperatura media è uno degli argomenti prediletti dei negazionisti del riscaldamento globale. Mettiamo le cose in chiaro da un punto di vista termodinamico: ciò che non esiste è la temperatura della terra, dato che la terra non è un sistema termodinamico in equilibrio e dunque non ha una temperatura di per se.

Una temperatura media sulla terra è però qualcosa di differente. Siamo d'accordo che sia ragionevole dire: "stamattina a Roma c'erano 18 gradi". Di nuovo, tecnicamente, questa cosa non ha senso perchè "Roma" non è un sistema termodinamico in equilibrio. Tuttavia, sappiamo cosa significa questa frase: si prendono i vari rilevatori di temperatura a Roma e si fa la media (magari pesata) ad un certo punto della giornata. Questo numero lo chiamiamo "temperatura media". Adesso, questo è un processo stocastico, quindi questa temperatura media a Roma cambierà nel tempo. Stamattina 18°C, domattina 20°C. Da buon processo stocastico, avrà un valore atteso, no? Questo valore atteso, lo chiamiamo temperatura media annuale a Roma.

(Ora non sono un metereologo, quindi probabilmente i dettagli sono diversi, volevo solo far notare che non vi è nulla di assurdo nel parlare di una temperatura media).
Obiezione 2: I climatologi hanno finora fatto solo previsioni sbagliate, quindi sbaglieranno anche in futuro.
A parte l'evidente assurdità intrinseca di questo argomento, è semplicemente falso che i climatologi abbiano fatto previsioni sbagliate.

Negli ultimi 30 anni la temperatura media è aumentata di circa 0.2°C per decade

http://en.wikipedia.org/wiki/Global_warming

Ci sono una serie di articoli degli anni '70-'80 in cui si prevedeva un riscaldamento esattamente di queste dimensioni; ve ne linko 2, segnalandovi accanto il (grande) numero di citazioni raccolte per mostrare come fossero articoli main stream e che non sono andato a cercarmi delle cose troppo favorevoli (ho impiegato, tra l'altro, meno di 5 min).

Dickinson, Cicerone, Nature (1986) (citato 384 volte su Scholar)

Hansen et al., J. Geophy. Res. (1988) (citato 612 volte su Scholar)

Un'altra cosa interessante: nel 2007 Rahmstorf e altri avevano già fatto un lavoro del genere, ovvero di confrontare le previsioni fatte dal '90 in poi con i dati effettivamente raccolti, col risultato che le previsioni tendevano a sottostimare la dimensione del riscaldamento globale.

giovedì, gennaio 20, 2011

Ma che faccia tosta!

Per divertirmi stavo leggendo questo editoriale del Giornale.

Che ha la faccia tosta di affermare prima
Peccato, però, che la «nuova» inchiesta riveli [...] frequenti violazioni delle guarentigie parlamentari
e poi
si parla di centinaia di telefonate del premier a Ruby. Ma di queste chiacchiere non c’è traccia nelle intercettazioni, non c’è un passaggio negli atti.
facendo finta di dimenticare che una di queste ``guarentigie'' è appunto il fatto che le intercettazioni di un parlamentare non si possono utilizzare! Ma come si fa ad essere così privi di scrupoli?

mercoledì, gennaio 12, 2011

Retroactive facilitation?

Sicuramente avrete notato il dibattito furioso sorto intorno ad un articolo di Daryl Bem dal suggestivo titolo Feeling the future: Experimental Evidence for Anomalous Retroactive Influences on Cognition and Affect.

L'autore (che, detto per inciso, si occupa di "parapsicologia" più che altro come hobby, essendo il suo campo principale di ricerca la psicologia dell'orientamento sessuale) afferma di offrire prove supportanti la possibilità della precognizione.

Detto così, sembra una delle tante cose esoteriche aggirantisi al confine tra la Scienza e Giacobbo. Le cose però sono un po' più complesse. Per prima cosa, a causa dell'autore che non è un ciarlatano di mestiere, ma cha ha una rispettabile storia di scienziato. Poi per il giornale, che con il suo impact factor di 5+ e una riconosciuta autorevolezza, non è certo il luogo dove si pensa che si possano trovare ciarlatanerie. E infine, forse cosa più importante, per l'idea alla base dello studio.

Una delle critiche più comuni agli studi sul psi (utilizziamo questo termine, che è quello comune nell'ambiente scientifico, piuttosto che quello lievemente dispregiativo di "parapsicologia") è di usare paradigmi sperimentali e metodi statistici poco comuni, o comunque estremamente complessi, con la conseguenza di essere poco riproducibili. Si veda a proposito la storia degli esperimenti ganzfeld.

La strategia seguita da Bem è quella esattamente opposita. Bem ha scelto 9 paradigmi classici della psicologia moderna, li ha lievemente modificati (spiego dopo come) e li ha analizzati con tecniche standard; inoltre mette a disposizione dei richiedenti il software usato per eseguire gli esperimenti.

Il fenomeno che Bem vuole studiare è il cosiddetto "priming". Ovvero l'influenza che hanno sulle scelte di un soggetto dei segnali precoscienti (subliminali). L'esperimento base (ripetuto mille volte da psicologi di ogni tipo) funziona così: un soggetto è messo di fronte a due possibilità (di solito di fronte ad un computer: due finestre, una a destra e una a sinistra) e deve effettuare una scelta. Prima che effettui la scelta viene mostrata un'immagine per un tempo molto breve (tale che non raggiunga la coscienza del soggetto) dietro una delle finestre. Se l'immagine è di un certo tipo (immagini erotiche funzionano molto bene), la probabilità che la finestra con l'immagine subliminale venga scelta è più alta, e questa cosa si può rilevare statisticamente ripetendo l'esperimento più volte.

Questo esperimento è stato cambiato da Bem in questa maniera: l'immagine subliminale veniva mostrata DOPO che il soggetto aveva effettuato la scelta; in realtà gli esperimenti che lui effettua sono 9, ma sono tutti, più o meno, varianti di questo esperimento classico. Lui ha trovato che in 8 dei 9 esperimenti, l'immagine subliminale mostrata dopo aveva un effetto facilitante sulla scelta precedente, ad un livello statistico che verrebbe considerato convincente dalla maggior parte degli studiosi.

Alcune obiezioni vengono subito in mente:
1) Spesso questi esperimenti sono inficiati dal fatto che lo sperimentatore interagisce direttamente con i soggetti. Per eliminare questo problema, l'esperimento era disegnato in modo tale che le istruzioni venissero tramite computer.
2) Ovviamente, il numero dei soggetti è importante. Bem ha utilizzato circa 100 soggetti per esperimento, un numero abbastanza convincente.
3) È importante anche come la scelta del computer della finestra dove mostrare l'immagine subliminale viene randomizzata. Bem ha scelto di utilizzare come generatore di numeri casuali il CD Marsaglia. Se ricordo bene, in un esperimento ha addirittura usato un generatore di numberi casuali veri.
4) Il problema dei sottogruppi: fra le altre cose, Bem mostra che quella che lui chiama "psi-performance", cioè l'efficienza con cui i soggetti hanno azzeccato la loro predizione, correla con alcuni tratti della personalità comunemente associati a capacità psi: apertura mentale, essere estroversi etc... In alcuni forum, Bem è stato accusato di formare sottogruppi dei suoi sample per costruire le sue prove. A me non pare che sia così: i suoi risultati sono indipendenti da questi sottogruppi. Solo, successivamente e addizionalmente, egli mostra che questa "psi-performance" correla con altri fattori.
5) Alcuni matematici olandesi hanno polemizzato col tipo di test statistici utilizzati da Bem, affermando che è necessario usare test più raffinati. Per prevenire questa obiezione, Bem ha utilizzato test statistici considerati standard nel campo della psicologia. Per cui la critica di Wagenmakers et al. è un po' a doppio taglio, perchè, se giusta, invaliderebbe più o meno tutta la ricerca nelle scienza sociali (e non solo) fatta negli ultimi 50 anni.