Oggi ho scoperto una nuova forma di autocondizionamento: la mia ragazza è (scherzosamente) convinta che la sua ipocondriaca convinzione di essere malata delle malattie più improbabili avrà un effetto anti-placebo su lei stessa, facendola realmente ammalare delle malattie di cui lei crede essere già malata.
Abbiamo già deciso il nome per questo disturbo: "metaipocondria".
giovedì, aprile 16, 2009
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3 commenti:
La domanda è: la consapevolezza che un farmaco è un placebo, lo rende meno efficace di quanto già non sia il placebo stesso? Perché in questo caso la sua metaipocondria potrebbe rimanere inespressa. A meno che non si tratti di meta-meta-ipocondria.
Ma lo sai che è una domanda che io mi pongo da sempre? Ci saranno pure degli studi a riguardo, ma non ne ho mai sentito parlare!
Siamo in due allora. Io ci credo che il placebo cosciente possa essere in certi casi efficace; ci sono un sacco di autoconvinvimenti che razionalmente sappiamo esser falsi eppure funzionano dal punto di vista emotivo, per cui non è impossibile che funzionino anche dal punto di vista fisico. Il problema è che se il placebo funziona nel 10% dei casi (non so le cifre vere), e nel 10% di questo 10% funziona anche il placebo cosciente, per fare una statistica decente bisognerebbe organizzare un esperimento piuttosto complicato (come fai a dire ad una persona che un farmaco non ha principi attivi, ma funziona?) su un campione enorme.
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