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martedì, marzo 15, 2011

Large deviations

Una piccola riflessione su quello che sta accadendo in Giappone può essere innescata da un'osservazione di Rubbia, qui il link.

"Non esiste un nucleare sicuro. O a bassa produzione di scorie. Esiste un calcolo delle probabilità, per cui ogni cento anni un incidente nucleare è possibile: e questo evidentemente aumenta con il numero delle centrali."

Peraltro, dato che molti fenomeni naturali hanno una coda lunga bisogna stare molto attenti a non sottostimare le probabilità di eventi catastrofici.

mercoledì, giugno 09, 2010

Ennesima discussione sulle rinnovabili

Sul blog di Vietti ho avuto una discussione con un certo Maurizio sul tema delle energie alternative.

La opinione che io difendevo è: un transito rapido dal carbone e petrolio a fonti rinnovabili è doveroso non tanto per il problema di contenere il riscaldamento globale, ma per avere un mondo più efficiente energeticamente.

Maurizio aveva postato delle obiezioni a cui non avevo dato risposta per mancanza di tempo. Dato che mi ha sollecitato, mi vedo costretto a postare le mie risposte.

Secondo Maurizio, la transizione sarebbe a nostro svantaggio perché:

- dovremmo rivedere i nostri mezzi produttivi al ribasso ma pagando il prezzo della complessità, questo prezzo oggi è a carico dei cittadini che finanziano "inconsapevolmente" un sistema di produzione energetico retto da incentivi, altrimenti sarebbe ampiamente fuori mercato. Altro che mettere fuori gioco le altre tecnologie perché più costose!

Qua si ignora il fatto che, a livello globale, i combustibili fossili ricevono anche loro sostanziosi sussidi, vedi il sito dell'IEA

- dovremmo farlo in competizione con economie emergenti senza obblighi e vincoli che gravano invece su di noi.

Qui si ignora che una maggiore efficienza energetica sarà, a lungo termine, un vantaggio per noi.


- dovremo farlo senza la certezza (ma nemmeno la speranza) che le rinnovabili si sostituiscano alle non rinnovabili tranne se non in parte.

Chi lo dice? Si citi uno studio ragionevole sul tema.

- non riuscendo a raggiungere gli obiettivi di riduzione saremmo costretti a pagare (a chi?) ingenti somme da aggiungere agli attuali gravami dei nostri welfare che i competitors non hanno. Chiaramente ci chiedono di portare un handicap che non sappiamo se saremo in grado di reggere. Nella migliore delle ipotesi se ne avvantaggeranno, nella peggiore ci sbaraglieranno.

Questo problema (politico e che quindi non ha nulla a che vedere col fatto che la transizione sia vantaggiosa o meno) si risolve in maniera semplice: raggiungendo gli obiettivi.

- in futuro avremo sicuramente a che fare con nuovi sistemi di produzione energetica, più o meno rinnovabili. Sarebbe una buona idea aspettare che le cose maturino senza prima farci del male da soli.

Quindi, secondo questo ragionamento, dato che i computer del futuro saranno più veloci, non dovremmo usare quelli odierni perché è uno spreco di risorse, ne dovremmo usare le attuali, primitive cure contro il cancro, perché fra dieci anni ce ne saranno di migliori etc etc

- non solo chi ha investito in tecnologie rinnovabili avrà lauti guadagni (ma, allo stato, solo finché ci saranno gli incentivi) anche chi specula in quote di CO2 (Gore?) avrà, ha guadagni! Anche i politici che cavalcano la tigre guadagnano, e con loro le fondazioni di ricerca compiacenti che si nutrono di finanziamento pubblico.

Sarebbe bene che finalmente guadagnino le persone che investono in cose sensate. "Le fondazioni di ricerca compiacenti che si nutrono di finanziamento pubblico." è un'insinuazione demagogica.

- nelle teorie AGW il problema non è quello che poni tu in modo soft quando dici che -il CO2- non è un argomento fondamentale, Gore & C. parlano di catastrofi imminenti e truccano i dati per farci credere alla fine del mondo. Questo non è utile, è una truffa, secondo me.

Che Gore & C. abbiano opinioni discutibili, diverse dalla mia, non inficia il fatto che la mia opinione sia corretta.

- per l'ennesima volta si ribadisce che non siamo inquinatori contro verdi, io non sono un inquinatore, sono fautore del riciclaggio e del risparmio energetico.

Buon per te. Allora utilizza forme di energie più economiche, se vuoi veramente risparmiare energia.

- se continueremo ad avere a che fare con gli antinucleari non potremo neppure contare troppo su una fonte assai pulita e conveniente oltre che in parte rinnovabile grazie ai reattori autofertilizzanti. Problema, per esempio, che in Cina non si pone!

Nella ricerca su nucleare e sulla fusione è stato investita una quantità inimmaginabile di denaro e non ne è uscito nulla di accettabile. È tempo di abbandonare una strada evidentemente morta. Premesso che l'uranio, plutonio, radio etc. ti servono per un sacco di altre cose, e che se li bruciamo tutti per fare energia, fra 500 anni piangeremo.

giovedì, settembre 03, 2009

Strategie energetiche

Forse non tutti sanno che amo i giochi di strategia quanto la matematica; anzi, secondo me sono due facce della stessa medaglia.

Giochi da tavola, come Scacchi, Siedler, Risiko, Axis and Allies, Agricola, Star Quest, ma anche al computer come Civilization, Age of Empires, Pretorians, The Guild .

Ora, una delle cose fondamentali nei giochi di strategia è, tautologicamente, la pianificazione. Essa diventa particolarmente importante nel caso si vadano a compiere azioni irreversibili; se io muovo il pedone sulla colonna f, devo sapere che il mio arrocco corto sarà debole per sempre. Posso prendere il rischio, ma devo esserne cosciente.

Io dunque mi chiedo: siamo convinti che i nostri amministratori, di destra, sinistra e centro, italiani e tedeschi, siano coscienti dei rischi che ci hanno fatto assumere decidendo di usare risorse rare come petrolio e uranio per produrre energia elettrica? Non è più sensato produrla in maniera rinnovabile, magari con costi più alti?

Tornando a noi, la domanda cruciale è: fra 500 anni come faranno i nostri nipoti a far andare le navi? O satelliti e navi spaziali? O produrre plastica?