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giovedì, dicembre 09, 2010

domenica, giugno 14, 2009

Auguri... (II)

Oggi mi sono ascoltato questa intervista a Maurizio Monti, del MSI. Al minuto 2:30 lui afferma, rispondendo all'intervistatrice che gli chiedeva se le divise delle ronde nere gli facessero venire in mente qualcosa
Ma sicuramente anche a me mi torna in mente qualcosa. [...] Il fascismo fa parte della storia italiana, fa parte del patrimonio del popolo italiano, è una cosa che è avvenuta tanti anni fa, è una cosa che può aver portato cose buone, e cose cattive, ma sa, i ricordi non fanno male a nessuno
Detto in altre parole: questi sono neofasciti (vedi qui), lo dicono pure, e non se ne vergognano.

sabato, gennaio 24, 2009

Evoluzione, fatti, descrizioni

Oggi vorrei chiarire la mia opinione sulla teoria dell'evoluzione. Fondamentalmente perchè ci sono un sacco di persone che non l'hanno capita e che mi attribuiscono teorie astruse.

Per sapere a cosa mi riferisco, vedere i commenti di Marco Ferrari e di Fabristo in coda a questo questo post, oppure questo post di hronir.

Introduzione

Vi racconto un po' il background: qualche tempo fa John Rennie scrisse una lista di15 risposte alle stupidaggini creazioniste sullo Scientific American. Progetto Galileo decise (per motivi a me ignoti, dato che non è che in Italia e in Europa ci sia tutta questa diffusione di idee creazioniste, ma tant'è, ognuno fa quello che vuole) che era assolutamente necessario tradurre le risposte di John Rennie in italiano.

La prima risposta di John Rennie ad una stupidaggine creazionista, quindi anche la prima tradotta da Progetto Galileo è la seguente:
L'evoluzione è solo una teoria. Non è un fatto o una legge fisica.
Il problema di questa affermazione è che, lungi dall'essere una cretinata creazionista, è completamente vera. Rennie lo sa, e infatti non cerca nemmeno di dimostrare che è falsa. Bensì, durante la sua risposta fa un processo alle intenzioni ai creazionisti, accusandoli, in pratica, di utilizzare con un fine malvagio il fatto che il termine "teoria" è inteso dall'uomo della strada con un connotato dubitativo.

Che non sarebbe nemmeno un male, se avesse intitolato il suo articolo in maniera diversa. Ma lui ha intitolato l'articolo "15 risposte a cretinate creazioniste", e la sua prima risposta è un processo alle intenzioni alla corrente creazionista. Che certamente non capiscono niente di biologia, i creazionisti, ma questo non autorizza nessuno ad usare argomenti scorretti nei loro confronti.

La cosa mi ha fatto innervosire e ne è scaturita una feroce discussione su Progetto Galileo, in cui mi sono state attribuite opinioni da me mai espresse. hronir si è addirittura premurato di affermare che secondo me
Stefano insiste sulla mancanza di certezze come un'entità indissolubile e assoluta: o ce l'hai, o è come non avere niente.
La cosa più divertente è che non ho sentito un'unica argomentazione contro la mia critica a John Rennie, ma solo varianti più o meno raffinate della reductio ad Hitlerum nella forma.

Tu sei contro JR.
JR scrive contro i creazionisti.
Ergo, tu sei a favore dei creazionisti.

Dato che faccio lo scienziato di lavoro e non ho intenzione di permettere a nessuno di affermare che
Stefano sia una delle più belle dimostrazioni di come sia facile fraintendere il fatto e la teoria dell’evoluzione, e come sia facile non capire un concetto che per molti è assolutamente elementare. E della necessità del vostro fondamentale lavoro di divulgazione.
ho deciso di spiegare per bene cosa voglio dire. Poi, se questi signori vogliono capire, bene, se no, come si dice a Bari, chedd'iè la strad'.

Descrizioni e interpretazioni

Il succo dell'argomento che segue è la seguente semplificazione. Divido il modo di fare scienza in due settori: fare scienza in due maniera tramite "intrepretazioni", o tramite "descrizioni". Poi noto che una teoria è un'"interpretazione". Quindi faccio vedere che la teoria dell'evoluzione darwiniana è un'interpretazione. In fondo spiego qual'è il fatto (la "descrizione") che questa teoria va a spiegare.

Prima di fissare un contesto formale faccio un esempio, scrivendo due brevi immaginari articoli.

Articolo descrittivo:

Titolo: Anatomia del cervello di Stefano Cardanobile
Testo: Il cervello di Stefano Cardanobile contiene un unico neurone, di peso pari a 0.0001 microgrammi.

Articolo interpretativo:

Titolo: Fisiologia del cervello di Stefano Cardanobile
Testo: Il cervello di Stefano Cardanobile contiene un unico neurone perchè al suo possessore non serve pensare.

Se vogliamo metterci in un contesto formale, escludendodo volutamente i casi di: malafede, manipolazione dei dati, strumentazione pessima, malintesi nella scelta del vocabolario, ecco un algoritmo per produrre una descrizione scientifica,

1) Compiere un'osservazione ripetibile
2) Selezionare un pubblico
3) Selezionare un vocabolario sul quale vi sia consenso all'interno del pubblico selezionato
4) Esprimere nel vocabolario selezionato in 3) l'osservazione compiuta in 1)

Per produrre un'interpretazione scientifica, è necessario

1) Selezionare alcune descrizioni scientifiche
2) Selezionare un pubblico
3) Selezionare un vocabolario sul quale vi sia consenso all'interno del pubblico selezionato
4) Esprimere nel vocabolario selezionato in 3) una possibile spiegazione dei fatti selezionati in 1)

Osservando questi due (vaghi) algoritmi, che a me paiono condivisibili, mi pare che sia ragionevole assegnare a concetti provenienti dal primo tipo di algoritmi lo status di fatti, mentre a concetti provenienti dal secondo tipo quello di teoria.

Per essere precisi, la maggior parte (tutti) degli scienziati che ho incontrato usa i termini teoria e dato di fatto esattamente in questa accezione.

Evoluzione

Avendo ora un criterio di classificazione, mi chiedo: dove metteremo l'evoluzione in questo schema?

Per capirci, partiamo da un articolo descrittivo:

Articolo: Diversità biologica sul pianeta terra
Testo: Sul pianeta terra sono presenti diversi animali, con anatomie e fisiologie estremamente differenti.

Perchè? Ecco tre possibili spiegazioni, in forma di immaginari articoli apocrifi.

Articolo: Dell'origine divina della vita sulla terra
Testo: I vari tipi di animali sono stati creati così come sono adesso 6000 anni fa da Dio. Da allora si sono solamente riprodotti.

Articolo: L'adattamento nelle specie animali
Autore: Jean-Baptiste Lamarck
Testo apocrifo: Ogni individuo di una specie (concetto non ben definito, ma accettiamolo, ndr) è capace di adattarsi all'ambiente. Così si sono originate le specie.

Articolo: L'origine della specie
Autore: Charles Darwin
Testo apocrifo: Le variazioni avvengono in maniera casuale in sede riproduttiva. Le variazioni utili danno aditto ad invidui con successo riproduttivo maggiore. Le variazioni vengono trasmesse alla prole. Così si originano le specie.

Excursus: valutazione delle teorie

È forse interessante, anche se esula un po' dal dibattito, vedere come si valutano le teorie.
Si potrebbe pensare che ogni teoria equivalente, se si pensa che i 3 articoli precedenti hanno qualcosa in comune: esprimo delle teorie consistenti in se stesse, ma diverse che si riferiscono allo stesso dato di fatto.

Ma hanno anche qualcosa di diverso. Ognuna ha la sua specifica capacità predittiva e contenuto di verità. Nel dettaglio: la teoria creazionista è completamente sbagliata (dimostrazione: oggi ci sono specie che nel passato non c'erano, come dimostrato dai fossili - dimostrazione archeologica), la teoria lamarckiana è parzialmente sbagliata (un individuo si può adattare nel corso della sua vita, ma tali adattamenti non vengono trasmessi - dimostrazione genetica), la teoria darwinista è giusta. Faccio notare ade che il valore di giustezza è sempre determinato da altri dati di fatto, che non quelli che voglio spiegare.

Questo perchè non ho maniera di accettare o rigettare una teoria consistente in se, solo sulla base dei fenomeni che questa teoria spiega. Sembra una banalità, ma ogni tanto la gente se ne dimentica. Verifiche e falsificazioni sono da cercare all'esternodell'ambito dei fenomeni che la teoria vuole spiegare: questo a ha a che fare col fatto noi accettiamo solo teorie che abbiano una certa forza predittiva.

Conclusione

La diversità anatomica, fisiologica e zoologica delle specie viventi è un dato di fatto.
La teoria dell'evoluzione è, per l'appunto, una teoria che spiega questo dato di fatto.
Affermare che l'evoluzione è un dato di fatto è attribuire implicitamente il valore di dato di fatto ad un'interpretazione degli stessi.

Quello che Fabristol, hronir, Paolo Ferrari & co non capiscono è che distinguere fra teorie e dati di fatto non porta in nessuna maniera a sminuire il valore di tali teorie, nel caso siano giuste. Serve solo a distinguere cose che sono diverse: un'interpretazione e una descrizione appartengono semplicemente a due categorie diverse del sapere.

mercoledì, gennaio 14, 2009

John rules

At about the same time, the theory of automata developed as an independent study, making use of closely related mathematical notions. There was those - John von Neumann, for example - who felt that the entire development was dubious and shaky at best, and probably quite misconceived, but such qualms did not go far to dispel the feeling that mathematics, technolog, and behavioristic linguistics and psychology were converging on a point of view that was very simple, very clear, and fully adequate to provide a basic understanding of what tradition had left shrouded in mystery.

Noam Chomsky, in "Languange and Mind"

Mi chiedo: mettiamo che John von Neumann avesse vissuto 100 anni, invece di 54. Dove sarebbe arrivata adesso la scienza?

domenica, ottobre 26, 2008

Sulle origini del monopolio maschile della violenza

Ieri sera, dopo il secondo bicchiere di vino rosso, io e la mia ragazza abbiamo elaborato una teoria sul perchè in quasi tutte le società del mondo gli uomini hanno il monopolio della violenza e delle armi.

1. Lemma
La detenzione di un'arma rende più probabile la morte violenta del detentore.

Questo pensiamo sia vero per vari motivi: il motivo principale è che in una società molto primitiva gli scontri per l'accesso alle risorse erano probabilmente molto comuni. In questo caso, i detentori d'arma erano coloro che tendevano a combattere con altri detentori d'arma, dato che i non detentori si astenevano per paura, accontentandosi degli avanzi; probabilmente l'effetto netto di tale abitudine era l'aumento del tasso di mortalità degli armati. Probabilmente anche la partecipazione alla caccia era fonte di rischio per i detentori d'armi.

2. Generazione casuale di tradizioni
Per motivi puramente statistici, ci saranno state delle società e culture in cui ambo i sessi avevano accesso alle armi, altre in cui erano riservate agli uomini e altre in cui erano riservate alle donne.

3. Selezione
Quale società o cultura avrà avuto il maggior successo? Ovviamente quelle in cui l'accesso alle armi era riservato agli uomini! Le altre, infatti, erano demograficamente svantaggiate; infatti il tasso di nascita massimo annuale di una popolazione è, per motivi evidenti, approssimativamente uguale alla percentuale di donne. In tale maniera, si sono imposte e perpetuate società in cui le donne non avevano accesso alle armi.

martedì, aprile 08, 2008

wawes

Ieri sono andato al cinema a vedere Die Welle.

È la trasposizione cinematografica di un esperimento fatto da un insegnante di storia di un liceo americano negli anni '60 (anche se si potrebbe avere qualche dubbio, dato che le testimonianze non sono molte) per trasformare una normale classe in un gruppo di nazisti.

Il film è duro, ma bellissimo. In rete si trova il resoconoto originale, in inglese, dell'insegnante che fece l'esperimento: parte 1 e parte 2.

Se volete andare a vedere il film, sappiate che è lievemente esagerato rispetto al resoconto ed è ambientato in Germania e non negli USA; c'è molta più violenza e azione e piacerà anche a chi non piacciono i film intellettuali.

lunedì, marzo 10, 2008

Weit weg


Se si pensa che cinque secoli fa l'uomo credeva Marte una scheggia di luce eterna, infissa in un cielo di cristallo ruotante in silenzio attorno alla terra, e che fra pochi decenni lo stesso uomo stamperà le proprie orme nella polvere dei deserti del pianeta, non si può non restare ammirati di fronte all'immenso cammino percorso.

Guido Ruggieri, 1971


Sto leggendo "La scoperta del pianeta Marte" di G. Ruggieri. È molto interessante come documento di storia della scienza; sono ancora alla parte iniziale dove spiega la storia delle osservazioni di Marte; è ben scritto, anche se un po' leibniziano nella sua fede nelle magnifiche sorti e progressive.

Inoltre, trovo interessante il fatto che, se il programma Aurora funziona come deve, allora prima del 2030 avremo uomini su Marte.

Che dire, una delle poche volte in cui una previsione scientifica viene azzeccata...

venerdì, marzo 07, 2008

Stendhal

Bisogna affrettarsi a vedere le cerimonie di una religione che o si modificherà o si spegnerà

Stendhal nel 1827


L'altro ieri ho finito di leggere (grazie alla mia dolce metà che si è portata per sbaglio a Stoccarda il mio Dorian Gray, privandomi della mia lettura da autobus) un piccolo opuscolo di Stendhal, scritto nel 1827 dal titolo "La basilica di San Pietro in Vaticano".

È una brevissima guida, di circa 22 pagine, su San Pietro: lo consiglio perchè Stendhal scrive di arte in maniera vivace e acuta. A parte le sue considerazioni sull'arte, mi hanno colpito molte delle sue osservazioni sulla religione (cattolica e non). Ed ho avuto la forte impressione che parlasse di cose che non esistono più nella forma e con lo spirito che lui descrive.

Quando poi ha pagina 10 scrive la frase che ho riportato sopra, ho avuto la forte coscienza della distanza che separa un credente di oggi da uno di 180 anni fa.

venerdì, ottobre 12, 2007

baden (II)

si scopron le tombe, si levano i morti,
i martiri nostri, son tutti risorti,
le spade nel pugno, gli allori alle chiome,
la fiamma ed il nome, d'italia sul cuor

inno di garibaldi




una foto dal siegesdenkmal di freiburg.

maledetti prussiani! come hanno osato respingere gli attacchi di bourbaki!

che sia un segno del destino che mi dice di fermarmi qui?

vuoto temporale

dove andiamo noi, non c'è bisogno di strade

e. l. "doc" brown


al momento sto studiando la teoria dei processi di rinnovamento, cioè la teoria che si occupa di modellare il ricorrere di eventi quando il tempo che intercorre fra un evento e l'altro è determinato da una variabile aleatoria.

ciò che ci fanno i neuroscienziati è
1) approssimare la serie dei potenziali di azione di un neurone tramite un processo di rinnovamento,
2) sovrappore le serie provenienti da vari neuroni dopo averli resi statisticamente dipendenti, e
3) tentare di sviluppare metodi statistici per districare le dipendenze osservando il processo sovrapposto.

tutto ciò viene fatto in via teorica, con l'idea di applicarlo, appena il metodo funzionerà, come metodo per verificare quanto i neuroni si discostino dall'ipotesi zero di un banale generatore casuale di potenziali d'azione.

questa settimana non ho fatto altro che tentare di orientarmi nella giungla di pubblicazioni, e ho scoperto una cosa veramente divertente; si comincia nel 1948, quando willi k. feller pubblica un articolo dal titolo "fluctuation theory of recurrent events" che tratta il caso di un tempo discretizzato.

dopodicchè tutto il mondo sembra voler estendere ad ogni caso possibile la teoria di feller (che, a proposito, doveva essere uno mica male). fino a quando, nel 1976, un matematico russo, b. a. sevastyanov, pubblica un survey.

poi per dieci anni, sembra non accadere nulla, fino a quando tutto il campo non si rianima in un contesto completamente diverso.

o io non ho capito niente, com'è probabile dato che sono nuovo del campo, oppure è molto divertente...

ps: solo ora mi accorgo che qui avevo già citato cox e miller (1965), il quale cox, a sua volta, è l'idolo dei neuroscienziati locali.

lunedì, ottobre 08, 2007

corsi e ricorsi

meditate gente, meditate!

renzo arbore


trascrivo l'indice di "Lectures on Theoretical Physics", H. A. Lorentz, Princeton University Press, 1927.

Aether theories and aether models

I. Aberration of Light
1. Stoke's Theory: The Earth drags the Surrounding Aether.
2. Velocity Potential in an Incompressible Aether.
3. Planck's Theory: Compressible Aether.
4. Fresnel's Theory: Fixed Aether.
5. Dragging Coefficient.
6. Theory of Aberration.
7. Michelson's Experiment.
8. Contraction in the Direction of Motion.

II. Mechanical Aether Theories

et cetera et cetera...

ovviamente non voglio prendermi gioco di h. a. lorentz, premio nobel per la fisica nel 1902. solo: ciò di cui allora era normale parlare ci sembra oggi una assurdità infantile...

il testo è preso dal progetto gutenberg, se interessa.

venerdì, luglio 20, 2007

scoperta

lisez euler, c'est notre maître à tous.

pierre simon laplace


solo per una piccola segnalazione: su questo meraviglioso sito potete trovare le opere complete di molti illustri e geniali matematici del passato.

trovo quasi sempre illuminante leggere le opere dei maestri: provate.

giovedì, maggio 24, 2007

costanti universali

l´energia oscura è una delle ultime sorprendenti scoperte.

margherita hack


quando leggo tali affermazioni, cito testualmente dall'unitá, mi vengono sempre in mente le parole del prof. di fisica teorica della nostra scuola di dottorato. egli si innervosisce e ride di questa faccenda dell'energia (o della materia oscura o whatever) oscura, affermando che altro non é che una riproposizione della buona vecchia costante cosmologica di hubble, tanto vituperata da einstein - e mal sopportata dai fisici moderni.

purtroppo non ho le competenze necessarie per verificare la correttezza delle sue affermazioni. tuttavia f. s. é un fisico possente e certo do credito alle sue parole.