giovedì, dicembre 09, 2010
martedì, dicembre 07, 2010
Come sostenere Wikileaks
Dopo che la polizia londinese si è lasciata convincere a partecipare a questa farsa della cattura di Assange, posto qualche link utile per supportare wikileaks.
1) Wikileaks è ancora accessibile qui
2) Da qui potete donare
3) Qui potete diventarne fan su Facebook
4) Se volete, potete boicottare Amazon, Paypal e Mastercard
5) Visa sta anche prendendo in considerazione la possibilità di bloccare Wikileaks
Leggete qui per ulteriori informazioni
1) Wikileaks è ancora accessibile qui
2) Da qui potete donare
3) Qui potete diventarne fan su Facebook
4) Se volete, potete boicottare Amazon, Paypal e Mastercard
5) Visa sta anche prendendo in considerazione la possibilità di bloccare Wikileaks
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mercoledì, giugno 23, 2010
Un ubriaco
Tremonti mi sembra argomenti come faccio io quando voglio impressionare qualcuno, però ho bevuto un bicchiere di troppo: da non perdere
mercoledì, giugno 09, 2010
Ennesima discussione sulle rinnovabili
Sul blog di Vietti ho avuto una discussione con un certo Maurizio sul tema delle energie alternative.
La opinione che io difendevo è: un transito rapido dal carbone e petrolio a fonti rinnovabili è doveroso non tanto per il problema di contenere il riscaldamento globale, ma per avere un mondo più efficiente energeticamente.
Maurizio aveva postato delle obiezioni a cui non avevo dato risposta per mancanza di tempo. Dato che mi ha sollecitato, mi vedo costretto a postare le mie risposte.
Secondo Maurizio, la transizione sarebbe a nostro svantaggio perché:
- dovremmo rivedere i nostri mezzi produttivi al ribasso ma pagando il prezzo della complessità, questo prezzo oggi è a carico dei cittadini che finanziano "inconsapevolmente" un sistema di produzione energetico retto da incentivi, altrimenti sarebbe ampiamente fuori mercato. Altro che mettere fuori gioco le altre tecnologie perché più costose!
Qua si ignora il fatto che, a livello globale, i combustibili fossili ricevono anche loro sostanziosi sussidi, vedi il sito dell'IEA
- dovremmo farlo in competizione con economie emergenti senza obblighi e vincoli che gravano invece su di noi.
Qui si ignora che una maggiore efficienza energetica sarà, a lungo termine, un vantaggio per noi.
- dovremo farlo senza la certezza (ma nemmeno la speranza) che le rinnovabili si sostituiscano alle non rinnovabili tranne se non in parte.
Chi lo dice? Si citi uno studio ragionevole sul tema.
- non riuscendo a raggiungere gli obiettivi di riduzione saremmo costretti a pagare (a chi?) ingenti somme da aggiungere agli attuali gravami dei nostri welfare che i competitors non hanno. Chiaramente ci chiedono di portare un handicap che non sappiamo se saremo in grado di reggere. Nella migliore delle ipotesi se ne avvantaggeranno, nella peggiore ci sbaraglieranno.
Questo problema (politico e che quindi non ha nulla a che vedere col fatto che la transizione sia vantaggiosa o meno) si risolve in maniera semplice: raggiungendo gli obiettivi.
- in futuro avremo sicuramente a che fare con nuovi sistemi di produzione energetica, più o meno rinnovabili. Sarebbe una buona idea aspettare che le cose maturino senza prima farci del male da soli.
Quindi, secondo questo ragionamento, dato che i computer del futuro saranno più veloci, non dovremmo usare quelli odierni perché è uno spreco di risorse, ne dovremmo usare le attuali, primitive cure contro il cancro, perché fra dieci anni ce ne saranno di migliori etc etc
- non solo chi ha investito in tecnologie rinnovabili avrà lauti guadagni (ma, allo stato, solo finché ci saranno gli incentivi) anche chi specula in quote di CO2 (Gore?) avrà, ha guadagni! Anche i politici che cavalcano la tigre guadagnano, e con loro le fondazioni di ricerca compiacenti che si nutrono di finanziamento pubblico.
Sarebbe bene che finalmente guadagnino le persone che investono in cose sensate. "Le fondazioni di ricerca compiacenti che si nutrono di finanziamento pubblico." è un'insinuazione demagogica.
- nelle teorie AGW il problema non è quello che poni tu in modo soft quando dici che -il CO2- non è un argomento fondamentale, Gore & C. parlano di catastrofi imminenti e truccano i dati per farci credere alla fine del mondo. Questo non è utile, è una truffa, secondo me.
Che Gore & C. abbiano opinioni discutibili, diverse dalla mia, non inficia il fatto che la mia opinione sia corretta.
- per l'ennesima volta si ribadisce che non siamo inquinatori contro verdi, io non sono un inquinatore, sono fautore del riciclaggio e del risparmio energetico.
Buon per te. Allora utilizza forme di energie più economiche, se vuoi veramente risparmiare energia.
- se continueremo ad avere a che fare con gli antinucleari non potremo neppure contare troppo su una fonte assai pulita e conveniente oltre che in parte rinnovabile grazie ai reattori autofertilizzanti. Problema, per esempio, che in Cina non si pone!
Nella ricerca su nucleare e sulla fusione è stato investita una quantità inimmaginabile di denaro e non ne è uscito nulla di accettabile. È tempo di abbandonare una strada evidentemente morta. Premesso che l'uranio, plutonio, radio etc. ti servono per un sacco di altre cose, e che se li bruciamo tutti per fare energia, fra 500 anni piangeremo.
La opinione che io difendevo è: un transito rapido dal carbone e petrolio a fonti rinnovabili è doveroso non tanto per il problema di contenere il riscaldamento globale, ma per avere un mondo più efficiente energeticamente.
Maurizio aveva postato delle obiezioni a cui non avevo dato risposta per mancanza di tempo. Dato che mi ha sollecitato, mi vedo costretto a postare le mie risposte.
Secondo Maurizio, la transizione sarebbe a nostro svantaggio perché:
- dovremmo rivedere i nostri mezzi produttivi al ribasso ma pagando il prezzo della complessità, questo prezzo oggi è a carico dei cittadini che finanziano "inconsapevolmente" un sistema di produzione energetico retto da incentivi, altrimenti sarebbe ampiamente fuori mercato. Altro che mettere fuori gioco le altre tecnologie perché più costose!
Qua si ignora il fatto che, a livello globale, i combustibili fossili ricevono anche loro sostanziosi sussidi, vedi il sito dell'IEA
- dovremmo farlo in competizione con economie emergenti senza obblighi e vincoli che gravano invece su di noi.
Qui si ignora che una maggiore efficienza energetica sarà, a lungo termine, un vantaggio per noi.
- dovremo farlo senza la certezza (ma nemmeno la speranza) che le rinnovabili si sostituiscano alle non rinnovabili tranne se non in parte.
Chi lo dice? Si citi uno studio ragionevole sul tema.
- non riuscendo a raggiungere gli obiettivi di riduzione saremmo costretti a pagare (a chi?) ingenti somme da aggiungere agli attuali gravami dei nostri welfare che i competitors non hanno. Chiaramente ci chiedono di portare un handicap che non sappiamo se saremo in grado di reggere. Nella migliore delle ipotesi se ne avvantaggeranno, nella peggiore ci sbaraglieranno.
Questo problema (politico e che quindi non ha nulla a che vedere col fatto che la transizione sia vantaggiosa o meno) si risolve in maniera semplice: raggiungendo gli obiettivi.
- in futuro avremo sicuramente a che fare con nuovi sistemi di produzione energetica, più o meno rinnovabili. Sarebbe una buona idea aspettare che le cose maturino senza prima farci del male da soli.
Quindi, secondo questo ragionamento, dato che i computer del futuro saranno più veloci, non dovremmo usare quelli odierni perché è uno spreco di risorse, ne dovremmo usare le attuali, primitive cure contro il cancro, perché fra dieci anni ce ne saranno di migliori etc etc
- non solo chi ha investito in tecnologie rinnovabili avrà lauti guadagni (ma, allo stato, solo finché ci saranno gli incentivi) anche chi specula in quote di CO2 (Gore?) avrà, ha guadagni! Anche i politici che cavalcano la tigre guadagnano, e con loro le fondazioni di ricerca compiacenti che si nutrono di finanziamento pubblico.
Sarebbe bene che finalmente guadagnino le persone che investono in cose sensate. "Le fondazioni di ricerca compiacenti che si nutrono di finanziamento pubblico." è un'insinuazione demagogica.
- nelle teorie AGW il problema non è quello che poni tu in modo soft quando dici che -il CO2- non è un argomento fondamentale, Gore & C. parlano di catastrofi imminenti e truccano i dati per farci credere alla fine del mondo. Questo non è utile, è una truffa, secondo me.
Che Gore & C. abbiano opinioni discutibili, diverse dalla mia, non inficia il fatto che la mia opinione sia corretta.
- per l'ennesima volta si ribadisce che non siamo inquinatori contro verdi, io non sono un inquinatore, sono fautore del riciclaggio e del risparmio energetico.
Buon per te. Allora utilizza forme di energie più economiche, se vuoi veramente risparmiare energia.
- se continueremo ad avere a che fare con gli antinucleari non potremo neppure contare troppo su una fonte assai pulita e conveniente oltre che in parte rinnovabile grazie ai reattori autofertilizzanti. Problema, per esempio, che in Cina non si pone!
Nella ricerca su nucleare e sulla fusione è stato investita una quantità inimmaginabile di denaro e non ne è uscito nulla di accettabile. È tempo di abbandonare una strada evidentemente morta. Premesso che l'uranio, plutonio, radio etc. ti servono per un sacco di altre cose, e che se li bruciamo tutti per fare energia, fra 500 anni piangeremo.
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Piero Vietti,
società
martedì, giugno 08, 2010
Invidia nera
Se fossi un blogger bravo, invece di un dilettante, allora questo blog.
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venerdì, giugno 04, 2010
Il primo teorema non si scorda mai
Un po' di intimismo per oggi.
Mi sono appena accorto che i ricordi molto forti che ho si dividono in tre categorie.
- esperienze sentimentali (ci capiamo)
- esperienze sportive
e, last but not least, esperienze matematiche.
Ad esempio mi ricordo esattamente dove e quando e come:
- ho capito il problema di Monty Hall
- ho imparato la costruzione dei naturali secondo Peano
- ho capito il teorema della dimensione
- ho letto e studiato il teorema di Gödel
- ho incontrato per la prima volta la topologia insiemistica
etc etc etc...
Mi sono appena accorto che i ricordi molto forti che ho si dividono in tre categorie.
- esperienze sentimentali (ci capiamo)
- esperienze sportive
e, last but not least, esperienze matematiche.
Ad esempio mi ricordo esattamente dove e quando e come:
- ho capito il problema di Monty Hall
- ho imparato la costruzione dei naturali secondo Peano
- ho capito il teorema della dimensione
- ho letto e studiato il teorema di Gödel
- ho incontrato per la prima volta la topologia insiemistica
etc etc etc...
martedì, maggio 25, 2010
Metamorfosi
In nova fert animus mutatas dicere formas corpora
Ovidio
Immagino che a nessuno dei miei fedeli lettori (ormai probabilmente ridotti a molti meno di 25) sia sfuggito questo articolo del team di Craig Venter.
Se vi è sfuggita, leggere qua.
Vorrei fare alcune precisazioni semantiche sulla questione, ispirato dalle ripetute insistenze di Dario Bressanini sulla ideologia insita nell'uso dell'aggettivo naturale contrapposto ad artificiale.
Cliccando qua e la, mi sono accorto che un sacco di fonti (L'Estinto, Bioetica, Il Corriere, Repubblica etc... ma non il New Scientist), usano i termini vita artificiale, codice genetico artificiale etc... riferendosi alla questione.
Ovviamente, già si discute se sia veramente vita artificiale e non piuttosto un genoma artificiale etc. Alcune considerazioni
- il concetto di genoma o DNA artificiale è un'assurdità. Un DNA è una sequenza (circolare o elicoidale o come voi desideriate che sia) di 4 basi azotate. Usare gli aggettivi naturale o artificiale
suggerisce immediatamente una diversità essenziale tra i due, che non esiste.
- il termine corretto (per altro usato dagli autori) da utilizzare è sintetico, dato che ci riferiamo all'origine riconducibile ad esseri umani del DNA stesso.
- visto che ci siamo, mi piacerebbe precisare che il genoma utilizzato è sintetico nel senso che è stato prodotto utilizzando una procedura guidata dall'uomo; ma il template, la sequenza, utilizzata è fornita da un altro tipo di batterio. Come dire: lo stampo è di un batterio, la riproduzione è sintetica.
- come specificato da Craig Venter nella conferenza stampa, il problema grave non era la sintesi del DNA, già realizzata nel 2008, ma il suo inserimento in un altro batterio.
- per approfondire, qui l'articolo dove dimostrano come si possa trapiantare il DNA da un batterio ad un altro.
- da questo punto di vista, il termine forse più corretto da usare è impianto completo di DNA sintetico. Volendo usare un termine più spettacolare per una prima pagina, sarebbe stato molto più corretto parlare di metamorfosi batterica o qualcosa del genere.
Riassumendo, questa tecnologia è solo l'ultima di una lunga serie. Forse la più promettente, e, ovviamente, non è ancora dato sapere quali saranno le conseguenze di questo progresso per l'umanità. Io, personalmente, posso tentare di indovinare quali potrebbero essere per Venter: il premio Nobel.
Ovidio
Immagino che a nessuno dei miei fedeli lettori (ormai probabilmente ridotti a molti meno di 25) sia sfuggito questo articolo del team di Craig Venter.
Se vi è sfuggita, leggere qua.
Vorrei fare alcune precisazioni semantiche sulla questione, ispirato dalle ripetute insistenze di Dario Bressanini sulla ideologia insita nell'uso dell'aggettivo naturale contrapposto ad artificiale.
Cliccando qua e la, mi sono accorto che un sacco di fonti (L'Estinto, Bioetica, Il Corriere, Repubblica etc... ma non il New Scientist), usano i termini vita artificiale, codice genetico artificiale etc... riferendosi alla questione.
Ovviamente, già si discute se sia veramente vita artificiale e non piuttosto un genoma artificiale etc. Alcune considerazioni
- il concetto di genoma o DNA artificiale è un'assurdità. Un DNA è una sequenza (circolare o elicoidale o come voi desideriate che sia) di 4 basi azotate. Usare gli aggettivi naturale o artificiale
suggerisce immediatamente una diversità essenziale tra i due, che non esiste.
- il termine corretto (per altro usato dagli autori) da utilizzare è sintetico, dato che ci riferiamo all'origine riconducibile ad esseri umani del DNA stesso.
- visto che ci siamo, mi piacerebbe precisare che il genoma utilizzato è sintetico nel senso che è stato prodotto utilizzando una procedura guidata dall'uomo; ma il template, la sequenza, utilizzata è fornita da un altro tipo di batterio. Come dire: lo stampo è di un batterio, la riproduzione è sintetica.
- come specificato da Craig Venter nella conferenza stampa, il problema grave non era la sintesi del DNA, già realizzata nel 2008, ma il suo inserimento in un altro batterio.
- per approfondire, qui l'articolo dove dimostrano come si possa trapiantare il DNA da un batterio ad un altro.
- da questo punto di vista, il termine forse più corretto da usare è impianto completo di DNA sintetico. Volendo usare un termine più spettacolare per una prima pagina, sarebbe stato molto più corretto parlare di metamorfosi batterica o qualcosa del genere.
Riassumendo, questa tecnologia è solo l'ultima di una lunga serie. Forse la più promettente, e, ovviamente, non è ancora dato sapere quali saranno le conseguenze di questo progresso per l'umanità. Io, personalmente, posso tentare di indovinare quali potrebbero essere per Venter: il premio Nobel.
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mercoledì, marzo 10, 2010
Logic rules (but not here)
Sentite questa qua: Obama dice sul terremoto in Chile "Non possiamo controllare la natura", e quel raffinato logico di Vietti ne deduce che adesso deve ammettere che non si può controllare il clima, perchè esso è parte della natura.
Come a dire: io non posso controllare un branco di cani, DUNQUE non posso controllare nessun singolo cane. Oppure: io non so cucinare una torta di mele, ERGO non so sbucciare le mele. O ancora: io ho le capacità di scrivere un libro, e NE DEDUCIAMO che io non so tenere una penna in mano.
Ci è o ci fa?
Come a dire: io non posso controllare un branco di cani, DUNQUE non posso controllare nessun singolo cane. Oppure: io non so cucinare una torta di mele, ERGO non so sbucciare le mele. O ancora: io ho le capacità di scrivere un libro, e NE DEDUCIAMO che io non so tenere una penna in mano.
Ci è o ci fa?
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martedì, marzo 09, 2010
giovedì, febbraio 04, 2010
Avatar e Matrix
Uno degli aspetti più fondamentali di Avatar è, banalmente, il suo trattare di un Avatar. Il protagonista manovra a distanza un corpo non suo, quello, insomma, di un Avatar. È evidente che questo tema è molto simile a quello di Matrix, come spiegato qui, anche se io non parlerei di plagio.
Una prima riflessione: il fatto di possedere un Avatar da a tutta la narrazione un aspetto da Bildungsroman, nel senso che il protagonista viene descritto nel suo apprendere le regole di vita della sua nuova realtà. Ecco, secondo me, questo tema è svolto in maniera più interessante in Avatar rispetto a Matrix.
In Matrix, questo elemento da della storia è tutto interno al protagonista: è una sua presa di coscienza non visibile allo spettatore. Più precisamente, visibile allo spettatore quasi solamente nella misura in cui Neo diventa più abile nello scontrarsi con i suoi avversari. Da questo punto di vista, sembra preso da un videogioco, e l'elemento è abbastanza avulso dalla narrazione.
In più, i due mondi in cui avviene la storia, in Matrix, non interagiscono molto (almeno nel primo film, ma anche negli altri della serie), o almeno interagiscono solo indirettamente. Questo ha l'effetto che i cambiamenti (visibili in Matrix) del protagonista, la sua maturazione, non abbia alcun riflesso sulla sua vita da non-Avatar.
[Detto per inciso, questa separazione fra i due mondi fa si che non vengano sfruttate tutte le meravigliose possibilità offerte da meccanismi ricorsivi all'interno delle narrazioni che posseggano diversi livelli. Un esempio: in Matrix, la fantastica scena finale in cui Neytiri vede e salve Jack mentre sta soffocando, sarebbe semplicemente impossibile. Come anche il tema tradimento (Cypher in Matrix e simmetricamente di Trudy in Avatar), si può declinare nel mondo di Matrix solo nella morte del traditore, mentre in Avatar può essere utilizzato per creare un ponte fra i due mondi (cosa che in Matrix è solo accennata).]
In Avatar, invece, la formazione del protagonista viene vista dallo spettatore: in parte nell'addestramento di Jack (e qui il film è molto simile a Matrix, ancora una volta), e in parte nelle sue interazioni con il mondo degli alieni. In Matrix, il simmetrico è nel relazionarsi di Neo con l'Oracolo, ma questo può essere compreso solo negli altri film (e anche allora rimangono un sacco di errori logici, secondo me, ma questa è un'altra storia). Inoltre, la maturazione (da Avatar) del protagonista ha un risvolto anche sulla sua vita da non-Avatar, e questo da alla narrazione una tensione che trascende l'azione pura.
Riassumo la mia opinione: in Matrix, l'interazione fra i due mondi è poca, ed avviene ad un livello puramente conflittuale. Per questo, diventa quasi una scusa per giustificare le scene d'azione. In Avatar, invece, l'interazione fra i due mondi È il film, cosicchè ne vengono sfruttate le eccezionali possibilità ricorsive.
Una prima riflessione: il fatto di possedere un Avatar da a tutta la narrazione un aspetto da Bildungsroman, nel senso che il protagonista viene descritto nel suo apprendere le regole di vita della sua nuova realtà. Ecco, secondo me, questo tema è svolto in maniera più interessante in Avatar rispetto a Matrix.
In Matrix, questo elemento da della storia è tutto interno al protagonista: è una sua presa di coscienza non visibile allo spettatore. Più precisamente, visibile allo spettatore quasi solamente nella misura in cui Neo diventa più abile nello scontrarsi con i suoi avversari. Da questo punto di vista, sembra preso da un videogioco, e l'elemento è abbastanza avulso dalla narrazione.
In più, i due mondi in cui avviene la storia, in Matrix, non interagiscono molto (almeno nel primo film, ma anche negli altri della serie), o almeno interagiscono solo indirettamente. Questo ha l'effetto che i cambiamenti (visibili in Matrix) del protagonista, la sua maturazione, non abbia alcun riflesso sulla sua vita da non-Avatar.
[Detto per inciso, questa separazione fra i due mondi fa si che non vengano sfruttate tutte le meravigliose possibilità offerte da meccanismi ricorsivi all'interno delle narrazioni che posseggano diversi livelli. Un esempio: in Matrix, la fantastica scena finale in cui Neytiri vede e salve Jack mentre sta soffocando, sarebbe semplicemente impossibile. Come anche il tema tradimento (Cypher in Matrix e simmetricamente di Trudy in Avatar), si può declinare nel mondo di Matrix solo nella morte del traditore, mentre in Avatar può essere utilizzato per creare un ponte fra i due mondi (cosa che in Matrix è solo accennata).]
In Avatar, invece, la formazione del protagonista viene vista dallo spettatore: in parte nell'addestramento di Jack (e qui il film è molto simile a Matrix, ancora una volta), e in parte nelle sue interazioni con il mondo degli alieni. In Matrix, il simmetrico è nel relazionarsi di Neo con l'Oracolo, ma questo può essere compreso solo negli altri film (e anche allora rimangono un sacco di errori logici, secondo me, ma questa è un'altra storia). Inoltre, la maturazione (da Avatar) del protagonista ha un risvolto anche sulla sua vita da non-Avatar, e questo da alla narrazione una tensione che trascende l'azione pura.
Riassumo la mia opinione: in Matrix, l'interazione fra i due mondi è poca, ed avviene ad un livello puramente conflittuale. Per questo, diventa quasi una scusa per giustificare le scene d'azione. In Avatar, invece, l'interazione fra i due mondi È il film, cosicchè ne vengono sfruttate le eccezionali possibilità ricorsive.
lunedì, gennaio 18, 2010
La realtà supera la fantascienza (I)
La santificazione di Bottino Craxi è cominciata.
Così come il mio iter per prendere la cittadinanza tedesca, giovedì.
Così come il mio iter per prendere la cittadinanza tedesca, giovedì.
giovedì, gennaio 14, 2010
La Tecnologia
2 minuti fa ho finito di comprare un biglietto per andare ad una conferenza. Ecco come funziona.
1) Telefono all'agenzia di viaggi dell'università per dire che biglietto voglio
2) Faccio firmare l'autorizzazione
3) Gli faxo l'autorizzazione
4) Vado a prendere il biglietto a un qualsiasi distributore automatico della Deutsche Bahn
Tutto dalla mia scrivania, a parte lo scendere di un piano per il fax e per la firma.
Bestiale.
1) Telefono all'agenzia di viaggi dell'università per dire che biglietto voglio
2) Faccio firmare l'autorizzazione
3) Gli faxo l'autorizzazione
4) Vado a prendere il biglietto a un qualsiasi distributore automatico della Deutsche Bahn
Tutto dalla mia scrivania, a parte lo scendere di un piano per il fax e per la firma.
Bestiale.
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