In nova fert animus mutatas dicere formas corpora
Ovidio
Immagino che a nessuno dei miei fedeli lettori (ormai probabilmente ridotti a molti meno di 25) sia sfuggito questo articolo del team di Craig Venter.
Se vi è sfuggita, leggere qua.
Vorrei fare alcune precisazioni semantiche sulla questione, ispirato dalle ripetute insistenze di Dario Bressanini sulla ideologia insita nell'uso dell'aggettivo naturale contrapposto ad artificiale.
Cliccando qua e la, mi sono accorto che un sacco di fonti (L'Estinto, Bioetica, Il Corriere, Repubblica etc... ma non il New Scientist), usano i termini vita artificiale, codice genetico artificiale etc... riferendosi alla questione.
Ovviamente, già si discute se sia veramente vita artificiale e non piuttosto un genoma artificiale etc. Alcune considerazioni
- il concetto di genoma o DNA artificiale è un'assurdità. Un DNA è una sequenza (circolare o elicoidale o come voi desideriate che sia) di 4 basi azotate. Usare gli aggettivi naturale o artificiale
suggerisce immediatamente una diversità essenziale tra i due, che non esiste.
- il termine corretto (per altro usato dagli autori) da utilizzare è sintetico, dato che ci riferiamo all'origine riconducibile ad esseri umani del DNA stesso.
- visto che ci siamo, mi piacerebbe precisare che il genoma utilizzato è sintetico nel senso che è stato prodotto utilizzando una procedura guidata dall'uomo; ma il template, la sequenza, utilizzata è fornita da un altro tipo di batterio. Come dire: lo stampo è di un batterio, la riproduzione è sintetica.
- come specificato da Craig Venter nella conferenza stampa, il problema grave non era la sintesi del DNA, già realizzata nel 2008, ma il suo inserimento in un altro batterio.
- per approfondire, qui l'articolo dove dimostrano come si possa trapiantare il DNA da un batterio ad un altro.
- da questo punto di vista, il termine forse più corretto da usare è impianto completo di DNA sintetico. Volendo usare un termine più spettacolare per una prima pagina, sarebbe stato molto più corretto parlare di metamorfosi batterica o qualcosa del genere.
Riassumendo, questa tecnologia è solo l'ultima di una lunga serie. Forse la più promettente, e, ovviamente, non è ancora dato sapere quali saranno le conseguenze di questo progresso per l'umanità. Io, personalmente, posso tentare di indovinare quali potrebbero essere per Venter: il premio Nobel.
martedì, maggio 25, 2010
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
4 commenti:
Sempre in tema di precisazioni a questo riguardo, segnalo questo post di bioetiche.
A me pare che Bioetica cada pesantemente nel tranello: non c'è nessuna vita artificiale, non c'è nessuna cellula artificiale, ne' tanto meno creazione (creazione!? E di cosa? Di materia? Dal nulla magari?!?).
Tant'è che Venter & co. non hanno mai usato il termine "artificiale", ma "sintetico", che è ben diverso.
Ti ho risposto sul blog. Però se pensi che io sostenga che sia stata creata la vita dal nulla vuol dire che non hai assolutamente letto il mio post...
Ciao Giuseppe,
ho letto il tuo post e in generale apprezzo quello che scrivi.
Infatti ho iniziato scrivendo:
«Vorrei fare alcune precisazioni semantiche»
Posta un commento