sabato, gennaio 24, 2009

Evoluzione, fatti, descrizioni

Oggi vorrei chiarire la mia opinione sulla teoria dell'evoluzione. Fondamentalmente perchè ci sono un sacco di persone che non l'hanno capita e che mi attribuiscono teorie astruse.

Per sapere a cosa mi riferisco, vedere i commenti di Marco Ferrari e di Fabristo in coda a questo questo post, oppure questo post di hronir.

Introduzione

Vi racconto un po' il background: qualche tempo fa John Rennie scrisse una lista di15 risposte alle stupidaggini creazioniste sullo Scientific American. Progetto Galileo decise (per motivi a me ignoti, dato che non è che in Italia e in Europa ci sia tutta questa diffusione di idee creazioniste, ma tant'è, ognuno fa quello che vuole) che era assolutamente necessario tradurre le risposte di John Rennie in italiano.

La prima risposta di John Rennie ad una stupidaggine creazionista, quindi anche la prima tradotta da Progetto Galileo è la seguente:
L'evoluzione è solo una teoria. Non è un fatto o una legge fisica.
Il problema di questa affermazione è che, lungi dall'essere una cretinata creazionista, è completamente vera. Rennie lo sa, e infatti non cerca nemmeno di dimostrare che è falsa. Bensì, durante la sua risposta fa un processo alle intenzioni ai creazionisti, accusandoli, in pratica, di utilizzare con un fine malvagio il fatto che il termine "teoria" è inteso dall'uomo della strada con un connotato dubitativo.

Che non sarebbe nemmeno un male, se avesse intitolato il suo articolo in maniera diversa. Ma lui ha intitolato l'articolo "15 risposte a cretinate creazioniste", e la sua prima risposta è un processo alle intenzioni alla corrente creazionista. Che certamente non capiscono niente di biologia, i creazionisti, ma questo non autorizza nessuno ad usare argomenti scorretti nei loro confronti.

La cosa mi ha fatto innervosire e ne è scaturita una feroce discussione su Progetto Galileo, in cui mi sono state attribuite opinioni da me mai espresse. hronir si è addirittura premurato di affermare che secondo me
Stefano insiste sulla mancanza di certezze come un'entità indissolubile e assoluta: o ce l'hai, o è come non avere niente.
La cosa più divertente è che non ho sentito un'unica argomentazione contro la mia critica a John Rennie, ma solo varianti più o meno raffinate della reductio ad Hitlerum nella forma.

Tu sei contro JR.
JR scrive contro i creazionisti.
Ergo, tu sei a favore dei creazionisti.

Dato che faccio lo scienziato di lavoro e non ho intenzione di permettere a nessuno di affermare che
Stefano sia una delle più belle dimostrazioni di come sia facile fraintendere il fatto e la teoria dell’evoluzione, e come sia facile non capire un concetto che per molti è assolutamente elementare. E della necessità del vostro fondamentale lavoro di divulgazione.
ho deciso di spiegare per bene cosa voglio dire. Poi, se questi signori vogliono capire, bene, se no, come si dice a Bari, chedd'iè la strad'.

Descrizioni e interpretazioni

Il succo dell'argomento che segue è la seguente semplificazione. Divido il modo di fare scienza in due settori: fare scienza in due maniera tramite "intrepretazioni", o tramite "descrizioni". Poi noto che una teoria è un'"interpretazione". Quindi faccio vedere che la teoria dell'evoluzione darwiniana è un'interpretazione. In fondo spiego qual'è il fatto (la "descrizione") che questa teoria va a spiegare.

Prima di fissare un contesto formale faccio un esempio, scrivendo due brevi immaginari articoli.

Articolo descrittivo:

Titolo: Anatomia del cervello di Stefano Cardanobile
Testo: Il cervello di Stefano Cardanobile contiene un unico neurone, di peso pari a 0.0001 microgrammi.

Articolo interpretativo:

Titolo: Fisiologia del cervello di Stefano Cardanobile
Testo: Il cervello di Stefano Cardanobile contiene un unico neurone perchè al suo possessore non serve pensare.

Se vogliamo metterci in un contesto formale, escludendodo volutamente i casi di: malafede, manipolazione dei dati, strumentazione pessima, malintesi nella scelta del vocabolario, ecco un algoritmo per produrre una descrizione scientifica,

1) Compiere un'osservazione ripetibile
2) Selezionare un pubblico
3) Selezionare un vocabolario sul quale vi sia consenso all'interno del pubblico selezionato
4) Esprimere nel vocabolario selezionato in 3) l'osservazione compiuta in 1)

Per produrre un'interpretazione scientifica, è necessario

1) Selezionare alcune descrizioni scientifiche
2) Selezionare un pubblico
3) Selezionare un vocabolario sul quale vi sia consenso all'interno del pubblico selezionato
4) Esprimere nel vocabolario selezionato in 3) una possibile spiegazione dei fatti selezionati in 1)

Osservando questi due (vaghi) algoritmi, che a me paiono condivisibili, mi pare che sia ragionevole assegnare a concetti provenienti dal primo tipo di algoritmi lo status di fatti, mentre a concetti provenienti dal secondo tipo quello di teoria.

Per essere precisi, la maggior parte (tutti) degli scienziati che ho incontrato usa i termini teoria e dato di fatto esattamente in questa accezione.

Evoluzione

Avendo ora un criterio di classificazione, mi chiedo: dove metteremo l'evoluzione in questo schema?

Per capirci, partiamo da un articolo descrittivo:

Articolo: Diversità biologica sul pianeta terra
Testo: Sul pianeta terra sono presenti diversi animali, con anatomie e fisiologie estremamente differenti.

Perchè? Ecco tre possibili spiegazioni, in forma di immaginari articoli apocrifi.

Articolo: Dell'origine divina della vita sulla terra
Testo: I vari tipi di animali sono stati creati così come sono adesso 6000 anni fa da Dio. Da allora si sono solamente riprodotti.

Articolo: L'adattamento nelle specie animali
Autore: Jean-Baptiste Lamarck
Testo apocrifo: Ogni individuo di una specie (concetto non ben definito, ma accettiamolo, ndr) è capace di adattarsi all'ambiente. Così si sono originate le specie.

Articolo: L'origine della specie
Autore: Charles Darwin
Testo apocrifo: Le variazioni avvengono in maniera casuale in sede riproduttiva. Le variazioni utili danno aditto ad invidui con successo riproduttivo maggiore. Le variazioni vengono trasmesse alla prole. Così si originano le specie.

Excursus: valutazione delle teorie

È forse interessante, anche se esula un po' dal dibattito, vedere come si valutano le teorie.
Si potrebbe pensare che ogni teoria equivalente, se si pensa che i 3 articoli precedenti hanno qualcosa in comune: esprimo delle teorie consistenti in se stesse, ma diverse che si riferiscono allo stesso dato di fatto.

Ma hanno anche qualcosa di diverso. Ognuna ha la sua specifica capacità predittiva e contenuto di verità. Nel dettaglio: la teoria creazionista è completamente sbagliata (dimostrazione: oggi ci sono specie che nel passato non c'erano, come dimostrato dai fossili - dimostrazione archeologica), la teoria lamarckiana è parzialmente sbagliata (un individuo si può adattare nel corso della sua vita, ma tali adattamenti non vengono trasmessi - dimostrazione genetica), la teoria darwinista è giusta. Faccio notare ade che il valore di giustezza è sempre determinato da altri dati di fatto, che non quelli che voglio spiegare.

Questo perchè non ho maniera di accettare o rigettare una teoria consistente in se, solo sulla base dei fenomeni che questa teoria spiega. Sembra una banalità, ma ogni tanto la gente se ne dimentica. Verifiche e falsificazioni sono da cercare all'esternodell'ambito dei fenomeni che la teoria vuole spiegare: questo a ha a che fare col fatto noi accettiamo solo teorie che abbiano una certa forza predittiva.

Conclusione

La diversità anatomica, fisiologica e zoologica delle specie viventi è un dato di fatto.
La teoria dell'evoluzione è, per l'appunto, una teoria che spiega questo dato di fatto.
Affermare che l'evoluzione è un dato di fatto è attribuire implicitamente il valore di dato di fatto ad un'interpretazione degli stessi.

Quello che Fabristol, hronir, Paolo Ferrari & co non capiscono è che distinguere fra teorie e dati di fatto non porta in nessuna maniera a sminuire il valore di tali teorie, nel caso siano giuste. Serve solo a distinguere cose che sono diverse: un'interpretazione e una descrizione appartengono semplicemente a due categorie diverse del sapere.

20 commenti:

Anonimo ha detto...

E' proprio la distinzione fra fatti e teoria, che e' ingenua.

La Gravitazione Universale di Netwon e' una teoria o una descrizione? La descrizione sarebbe "le mele cadono, la luna gira attorno alla terra" e la "spiegazione" sarebbe la legge dell'inverso del quadrato della distanza? E perche' non rigirare la frittata e dire che la descrizione e' che "tutti i corpi si attraggono con la legge di Newton"? Newton non spiega cosa sia la "forza di gravita'", si limita a descriverla con una formula matematica.

Con la teoria di Darwin la questione e' la stessa: e' arbitrario dire che i fatti sono gli individui delle specie e la "spiegazione" e' l'evoluzione, perche' i fatti sperimentali parlano anche di evoluzione. Perche' il "meccanismo di selezione naturale" non puo' essere un fatto osservabile? E' un fatto osservabile!

Lap(l)aciano ha detto...

Non è affatto ingenua. Esaminiamo ad esempio la tua obiezione:

"E perche' non rigirare la frittata e dire che la descrizione e' che "tutti i corpi si attraggono con la legge di Newton"?"

Ammettiamo che tu lo faccia: adesso la tua "interpretazione" del fatto "leggi di gravità newtoniana" sarebbe: se lascio andare una mela, essa cadrebbe a terra.

Che sarebbe anche ragionevole se noi vivessimo nel mondo delle idee platonico: se vivessimo, per così dire, dall'altra parte della caverna.

Veniamo alla tua seconda obiezione.

"perche' i fatti sperimentali parlano anche di evoluzione."

hronir, ci fai o ci sei? Hai mai osservato un'evoluzione? C'è un oggetto del mondo che tu chiami evoluzione? Hai mai osservato un "evolutone"? No, e infatti tu dici: i fatti sperimentali "parlano" di evoluzione. Dato che, mi pare, i fatti sperimentali NON parlano, stai dicendo tramite una bella metafora: i fatti sperimentali possono essere spiegati e interpretati benissimo tramite il concetto dell'evoluzione.

Ripeto: l'evoluzione è un concetto nella tua testa che ti permette di interpretare i dati che ricevi dal reale. Non mi sembra così difficile.

Che poi sia un concetto meraviglioso non te lo nega nessuno. Che permetta di spiegare un sacco di fatti natura, e predirne altri, nemmeno. Ma è un concetto, non un oggetto.

Peraltro, ricordavo che tu fossi un antiplatonista. Invece, ragionando come fai tu, dovresti assegnare un'esistenza reale a qualsiasi ente matematico, per il solo fatto che è vero e consistente e permette di predire la realtà.

Però se io affermassi che il triangolo è un dato di fatto e non solo un concetto, tutti mi prenderebbero a sberleffi. Giustamente.

Anonimo ha detto...

Non ho capito cosa mi hai risposto su Newton: la Gravitazione Universale è una teoria o una descrizione?

Mi chiedi se ho mai osservato un'evoluzione: io no, ma ricercatori sì: mai sentito parlare del moscerino della frutta? E se invece ti riferivi al fatto che l'evoluzione non è qualcosa che si può toccare e "vedere" con gli occhi, qui e ora... be', ma stavamo parlando di fatti, non per forza di "oggetti", no? Non dobbiamo per forza impegnarci platonicamente sul termine "esistere" per parlare di fatti, oltre che di "oggetti", no? Mi pare eccessivo stare a scomodare l'ontologia per sminuire la forza dell'idea di Darwin...

Lap(l)aciano ha detto...

La teoria della gravitazione universale di Newton è, come dice il nome stesso, una teoria.

"Non dobbiamo per forza impegnarci platonicamente sul termine "esistere" per parlare di fatti, oltre che di "oggetti", no?"

Non fare ironia, hrönir. Quando parli di un meccanismo astratto e fondamentalmente statistico, come quello che sta alla base della teoria evolutiva Darwiniana, e gli attribuisci lo status di fatto, STAI, volente o nolente, assumendo un punto di vista platonistico.

"Mi pare eccessivo stare a scomodare l'ontologia per sminuire la forza dell'idea di Darwin"

Ma è incredibile! Più io dico che la teoria di Darwin è una teoria meravigliosa, più mi si attribuisce di volerla sminuire! Mi sento in una situazione a metà fra Kafka e Orwell.

Anonimo ha detto...

Be', ma se quella di Darwin è una teoria come quella di Newton io sono contento. Quello che contesto è questo insistere sul fatto che sia "solo" una teoria, e il perchè l'ho spiegato nel mio post...

delio ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
delio ha detto...

hronir, in questa disputa ti capisco sempre meno. il mondo scientifico è pieno di fatti reali con piú di una possibile interpretazione. prendi una teoria quantistica della gravitazione. sia la gravità quantistica a loop (si dice così in italiano?) sia la teorie delle stringhe al momento sembrano spiegare tutto quello che si può osservare. e quindi? sono "fatti" tutte e due? anche se parzialmente contraddittorie? secondo me è utile distinguere tra fatti osservabili (la mela che casca, e viceversa il gravitone che ancora non si trova) e due o quattro o centoquarantacinque possibili interpretazioni. senza nulla voler togliere alle interpretazioni, che magari continuano a essere considerate le migliori per secoli, fino a che qualche altra interpretazione non le scalza.*
in questo senso, non mi sembra ci sia niente di offensivo nel dire che le tartarughe delle galapagos si sono effettivamente evolute, così come i fenicotteri sono diventati rosa, eppure la spiegazione delle tartarughe è essenzialmente una teleologia a posteriori, mentre un'applicazione estrema della teoria dell'evoluzione ai colori dei fenicotteri può causare disastri logici (v. gould).

* per inciso, è questa la grande differenza con la matematica, ovviamente. il teorema dei numeri primi, l'ipotesi di riemann e tutte le stime asintotiche collegate sono ottime e si adattano ai dati concreti, ma magari dopodomani qualcun altro trova LA formula per la generazione di tutti i numeri primi; non per questo il teorema dei numeri primi perderebbe valore.
viceversa, quando la matematica cerca di modellare il mondo fornisce, appunto, solo modelli. tu ti metteresti a ridere se io dicessi che la teoria delle equazioni di diffusione fornisce dati precisi e seriamente interessanti riguardo ad un moto browniano *reale*, no? perché lo stesso non può valere per le attuali teorie dell'evoluzione?

Lap(l)aciano ha detto...

Quindi, almeno in una certa misura, ammetti che John Rennie vuole fare un processo alle intenzioni ai creazionisti, e che, per questo motivo afferma una corbelleria quale il fatto che l'evoluzione sia un fatto o non una teoria?

Lap(l)aciano ha detto...

Il commento precedente era per hronir...

Il commento per Delio: fantastico, siamo d'accordo!

Anonimo ha detto...

Uff, delio, ma perchè non ci capiamo e continuamo a ripetere sempre le stesse cose?
Io sono d'accordissimo che le teorie di stringhe e la loop quantum gravity siano "solo" una teoria, precisamente per le ragioni che dici. Il punto è proprio che lo stesso ragionamento non può applicarsi alla teoria di Darwin. E non per ragioni fondamentali come quelle che distinguono le teorie matematiche dalle teorie delle scienze sperimentali (non spiegarmela più la differenza, ti prego, la conosco!), ma proprio perchè la teoria di Darwin ha uno spessore e una "fondatezza sperimentale" che la loop quantum gravity e le teorie di stringhe nemmeno si sognano. E' per questo che dico che è sproporzionato tirare in ballo l'epistemologia per discutere del senso secondo cui quella di Darwin è una teoria. Sull'epistemologia siamo tutti d'accordo!
Ma quando si dice che l'affermazione "quella di Darwin è solo una teoria" è un falso mito, si sta dicendo che è un falso mito pensare che l'evoluzionismo ha la stessa "certezza" delle teorie di stringhe!
Andiamo, ma perchè non capite questo punto?!?

Lap(l)aciano ha detto...

Io non è che non lo capisco, lo capisco benissimo. Cioè capisco benissimo quello che JR vuole dire, cioè che i creazionisti non devono permettersi di paragonare la "predittività" della teoria evoluzionistica a quella della teoria creazionista, e, ti dirò, sono anche d'accordo.

Quello con cui NON sono d'accordo è argomentare in maniera epistemologicamente scorretta contro i creazionisti. Tu potrai anche dire che non si meritano tutti questi scrupoli, ma io non voglio abbassarmi a questo livello di insulto reciproco.

Anonimo ha detto...

In realtà l'evoluzione, intesa come creazione di nuove specie, è un fatto, osservato in laboratorio.

Ad essere una teoria (valida) è piuttosto l'evoluzione "per selezione naturale".

Ciò non toglie che le teorie creazioniste o l'Intelligent Design impallidiscano davanti all'adeguatezza e al valore predittivo della teoria per selezione naturale, come la teoria del flogisto rispetto alla termodinamica.

Lap(l)aciano ha detto...

Sono quasi d'accordo. Però quando scrivi

"In realtà l'evoluzione, intesa come creazione di nuove specie, è un fatto, osservato in laboratorio."

utilizzi il termine "evoluzione", che ha un significato preciso in ambito scientifico, in maniera distorta. In questa maniera svorapponi in una stessa parola due concetti: quello di speciazione (fatto) e quello di evoluzione (teoria), facendo sembrare che l'evoluzione sia un fatto tramite un puro artificio retorico.

L'esempio del "flogisto" vs "termodinamica" è esatto. (Ed è equivalente a quello che io prediligo per motivi personali: "vortici cartesiani" vs "gravitazione newtoniana)".

Anonimo ha detto...

"utilizzi il termine "evoluzione", che ha un significato preciso in ambito scientifico, in maniera distorta."

Scuami, ma non è vero. E' legittimo parlare di "evoluzione" come fatto, se la si contrappone a "fissismo".

Anche l'Intelligent Design è, a suo modo, una teoria evolutiva (e non può essere che tale: sostenere che le specie rimangano immutate nel tempo è contrario alle evidenze). Anche la teoria di Lamarck è evolutiva.

Ad essere teorico, mi ripeto, è il meccanismo evolutivo (per selezione naturale puttosto che per disegno intelligente o per accumulo dei caratteri acquisiti).

Anonimo ha detto...

Per continuare nell'esempio dei vortici e della gravitazione newtoniana, la gravitazione, intesa come caduta dei gravi (che è, poi, il significato originale della parola) è un fatto,ad essere teorica è l'universalità della gravitazione.

Lap(l)aciano ha detto...

Ok, d'accordo. Allora cerchiamo un'altra parola per la teoria dell'evoluzione darwiniana, che senno tutti sovrappongono il fatto dell'evoluzione con la teoria darwiniana della stessa.

Anonimo ha detto...

Il problema, infatti, è più linguistico che scientifico.

La stessa parola "teoria" pone dei problemi: a livello scientifico ha un suo significato specifico, e si distingue, per esempio, da "congettura" o "ipotesi", a livello non specialistico (come per esempio in ambito giornalistico) spesso "teoria" è usata come sinonimo di "ipotesi".

Per questo i creazionisti, con un gioco retorico subdolo, dicono che quella di Darwin è "solo una teoria". Vero, E' una teoria, ma quel "solo" implica una squalifica del tutto ingiustificata del termine "teoria" e della teoria di Darwin. Per questo trovo giusto definire "cretinata creazionista" il dire " è SOLO una teoria".

(Quella creazionista, poi, non è nemmeno una teoria, nè una congettura, ma solo speculazione.)

Lap(l)aciano ha detto...

"Per questo i creazionisti, con un gioco retorico subdolo, dicono che quella di Darwin è "solo una teoria". Vero, E' una teoria, ma quel "solo" implica una squalifica del tutto ingiustificata del termine "teoria" e della teoria di Darwin. Per questo trovo giusto definire "cretinata creazionista" il dire " è SOLO una teoria"."

Probabilmente hai ragione. Però è un processo alle intenzioni, e mi rifiuto di parteciparvi.

Anonimo ha detto...

Ehm...ma non è un "processo alle intenzioni" anche definire "artifizio retorico" il parlare di evoluzione (contrapposta a fissismo) come fatto? ;)

Lap(l)aciano ha detto...

Non credo: perchè, come ho già spiegato, Rennie usa il termine "evoluzione" dandogli lo status di fatto, subito dopo aver spiegato in che senso l'evoluzione è una teoria. O meglio, solo dopo aver spiegato qual è il significato scientifico del termine teoria. Se leggi il suo articolo mi pare evidente che lui stesso non creda tanto all'evoluzione come "fatto".

Di quelli che ripetono i concetti di Rennie non so che dire; può essere che ripetano a pappagallo senza ben pensare a ciò che dicono.