sabato, gennaio 27, 2007

evoluzione

qualche giorno fa mi e´ capitato quest´articolo di pietro greco, un giornalista dell´unita´ fra le mani. questa storia dell´evoluzione sta incominciando ad innervosirmi. elenco alcune cose che mi danno fastidio.

tutti i biologi si dichiarano - piu´ precisamente: si devono dichiarare - darwinisti. ma e´ ridicolo! darwin e´ morto nel 1882! e´ come se i matematici si dichiarassero gaussiani! sarebbe pure ora di scoprire qualcos'altro o avere altri strumenti oltre a quello dell´evoluzione.

l´evoluzionismo e´ un principio abbastanza banale, una volta che si sia capito che ci sono caratteri ereditari e mutazioni casuali. afferrato questo concetto l´evoluzionismo come motore dell´origine della specie e´ una banalita´ matematica. non c´e´ nulla di profondo in esso: la profondita´ consiste nell´aver capito che ci sono caratteristiche ereditarie, che sono soggette a mutamenti casuali. stabilito quindi che e´ un principio poco profondo, non capisco come si pretende di spiegare tutta la biologia con l´evoluzione. e´ come tentare di spiegare tutta la fisica tramite il secondo principio della termodinamica. che pure e´ molto piu´ profondo dell´evoluzionismo.

non capisco peraltro quale sia la contraddizione fra l´evoluzionismo e dio. mi spiego: dio, se ci credete, avra´ pure il diritto di utilizzare gli strumenti che vuole per creare l´uomo. mi sembra evidente che abbia fatto un mondo che funziona secondo l´evoluzionismo. punto. nulla di piu´, nulla di meno. d´altra parte qualunque credente sa che cio´ che si legge nelle scritture va interpretato. quando si scrive sei giorni, puo´ voler dire benissimo sei miliardi di anni. quindi lasciamo l´intelligent design agli americani e occupiamoci di capirlo per bene, questo principio dell´evoluzione.

visto che ci siamo: lasciamo parlare gli scienziati di scienza. i giornalisti, come pietro greco, o i filosofi della scienza, come telmo pievani, si occupino di faccende umanistiche, che sono piu´ alla loro portata e la smettano di dire agli scienziati cosa e come devono fare.

d´altra parte io che ci lavoro, nella comunita´ scientifica, contraddico greco e pievani. cito dall´articolo:
«Molti, invece, continuano a sottovalutare la seconda tesi del giovane filosofo della biologia. Che, cioè, l´attacco a Darwin sia l´avanguardia di un attacco più generale alla scienza, come cultura critica che non ha bisogno di tutele imposte dall´alto. C´è chi propone visioni assolute del mondo e mal sopporta una cultura naturalistica, fondata sullo scetticismo sistematico.»
non mi sembra di aver assistito a nessun attacco generale alla scienza. e poi, da parte di chi? ne´ mi sembra che miei colleghi, e ne conosco di atei duri e puri, si siano lamentati di un attacco in corso nei loro confronti.

in realta´, cio´ che sanno gli scienziati non e´ cosi´ tanto come si crede. e questo lo si sta incominciando a capire solo ora. per cui tutti i razionalisti progressisti illuministi alla leibniz si trovano un po´ spiazzati. vedete: gli scienziati si accorgono di sapere poco; quelli che lo vanno dicendo da anni, principalmente i leader spirituali di tutte le religioni, affermano, con una certa soddisfazione :"l´avevo detto io!". i divulgatori razionalisti che capiscono poco di scienza (e che quindi hanno perso il primo passaggio) vedono questo come un attacco al loro feticcio preferito (la loro religione, se volete) e si lamentano. e scrivono articoli cretini come quello di pietro greco.

mercoledì, gennaio 24, 2007

neve

che ´ntender no la puo´ chi non la prova

dante alighieri


giornata invernale nel sud della germania: istruzioni per l´uso.

1) svegliarsi molto presto e controllare se ha nevicato.
2) se si, correggere i compiti che si hanno da correggere velocemente.
3) vestirsi pesantemente, compreso cappuccio e scarpe di goretex.
4) correre nella neve.

se vi chiedete perche´ con meno cinque gradi bisogna essere cosi´ sciocchi, beh e´ perche´ non avete mai sentito la neve che si spiaccica sotto i vostri piedi...

lunedì, gennaio 22, 2007

pacifista?

warum krieg?

albert einstein e sigmund freud

sto rileggendo pezzi di una biografia di einstein scritta da pais. sapete, vivendo nel suo paese natale. cio´ che non ho mai capito e´ questa storia di einstein il pacifista. prima della guerra, ok. appena scoppia la guerra, non solo smette di essere pacifista, ma sostiene anche la costruzione della bomba atomica. finita la guerra, cambia di nuovo idea. ora, uno puo´ affermare cio´ che vuole, ma definirlo un "pacifista", solo perche´ lui si professava tale, mi sembra un volo pindarico azzardato. ma si sa, einstein e´ la leggenda del nostro tempo, e quindi...

sabato, gennaio 20, 2007

doppia direzione

structure reflects function

principio della biologia cellulare

il suddetto principio afferma, in pratica, che e´ possibile dedurre la funzione di una cellula osservando la sua forma e struttura. e´ possibile applicare questo principio, in realta´, a molti fenomeni risultato di evoluzione: fra tutte le forme e strutture possibili, viene selezionata la piu´ adatta. cosicche´ e´ possibile dedurre la funzione di un elemento naturale soggetto ad evoluzione osservandone la struttura. non sempre, in realta´. comunque sia, mi chiedevo se sia possibile invertire il principio e darne una versione, per cosi´ dire, "normativa" per le organizzazione umane. Cioe´, se sia necessario per un´organizzazione umana avere una struttra che corrisponda strettamente alle finalita´ per le quali viene creata. penso di si.

venerdì, gennaio 19, 2007

positivita´

oggi ho scoperto un errore in dei calcoli che stiamo facendo per un articolo. questo errore e´ dovuto alla mia ignoranza, certo, ma anche all´eccesso di nozioni di positivita´ che hanno i matematici (fra i quali, per l´appunto, io stesso). per le matrici ci sono (almeno) tre concetti diversi di positivita´, udite udite:

1) una matrice e´ "positiva", se i suoi elementi sono maggiori o uguali a 0. questa nozione ha principalmente conseguenze spettrali e serve nel caso si voglia studiare il problema di cauchy: du(t)/dt=Au(t), u(0)=f.

2) una matrice simmetrica e´ "definita positiva" se ha autovalori strettamente positivi. molto utile per provare la convessita´ di una funzione in piu´ variabili.

3) una matrice e´ "accretiva" se il suo campo numerico e´ contenuto nel semipiano destro del piano complesso. molto utile se si usa la matrice per definire una forma quadratica, associata, a sua volta, ad un problema di cauchy.

in un impeto di follia mi ero convinto che due e tre fossero la stessa cosa, e questo stava per causare una catastrofe senza precedenti nella mia carriera accademica...
chi e´ che raccontava "la matematica non e´ un´opinione"?

giovedì, gennaio 18, 2007

linked

riding reductionism, we run into the hard wall of complexity.

albert-laszlo barabasi


sto leggendo al momento un bellissimo libro di barabasi, dal titolo "linked". se volete avere un´idea di cio´ di cui mi occupo nella mia vita, beh "linked" e´ una maniera divertente di scoprirlo.
comunque sia, e´ importante capire che questa frase riassume gli ultimi secoli di storia della scienza. non e´ colpa mia, io non c´ero, e comunque barabasi e´ spesso apodittico nelle sue affermazioni. certo e´ un compito di difficolta´ sovrumana ricostruire il quadro generale a partire dagli elementi costituivi, ad esempio: il pensiero dai neuroni. e´ anche vero, pero´, che la comprensione dei secondi e´ necessaria per la comprensione del primo.
se posso aggiungere un´opinione personale: l´ottimismo irriducibile dei riduzionisti mi sembra chiaramente figlio di un certo illuminismo deteriore, ma questa e´ un´altra storia.

domenica, gennaio 14, 2007

Venti supersonici

Oggi tocca a "Le Scienze" essere derisa per superficialita´. Spero sia evidente a tutti che la definizione "venti supersonici" e´ ovviamente contraddittoria. Infatti codesti venti viaggiano alla fantastica velocita´ di 14.000 Km/h, corrispondente a circa 10 volte al velocita´ del suono - sulla terra. In realta´ su questi pianeti gassosi giganti la pressione si suppone sia molto superiore a quella terrestre, e con cio´ possiamo affermare con sufficiente sicurezza che la velocita´ del suono, cioe´ la velocita´ di un fronte d´onda di pressione in un fluido, sara´ decisamente superiore. Cosi´ dimostrando che quei venti tutto sono, tranne che "supersonici".

sabato, gennaio 13, 2007

Intimismo e tabelline

Una conversazione con D.M. qualche sera fa mi ha fatto capire che e´ necessario abbandonare il racconto del nostro viaggio in Norvegia. Bene, quindi lo faccio.

E approfitto subito per commentare qualcosa sull´Avvenire ho trovato un meraviglioso articolo di Rossana Sisti, intitolato "Ridategli le tabelline", lamentante l´ignoranza delle tabelline da parte dei bambini delle ultime generazioni.

La mia domanda e´: ma chi se ne frega? Mi spiego: imparare le tabelline aveva un senso magari 20 anni fa, quando non tutti avevano una calcolatrice, o, ancora meglio, un cellulare. Ma adesso?

Ginnastica mentale, direte voi. Beh, se volete far fare ginnastica mentale ai bambini, perche´ con le tabelline? Fateli giocare a qualche complicato gioco di carte, o di strategia, o whatever, e sara´ una ginnastica mentale altrettanto efficace, ma piu´ piacevole.

Che dite voi: conservatori o moralisti?

sabato, novembre 11, 2006

Norvegia VII: 25 Km

Talvolta dispero di arrivare alla fine di questa serie. Ma cio´ che si comincia, va finito, per Giove, Zeus, Odino e chi piu´ ne ha, piu´ ne metta. Ogni tanto mi dispiaccio un po´ di non poter scrivere qualcosa di decisamente piu´ interessante, ma tant´e´, pazienza. Peraltro, abbandonare adesso, a tre giorni dalla fine, sarebbe certamente deprecabile. Comunque dubito che qualcuno legga il mio blog, e ad esser sincero, preferisco scrivere qualcosa che interessi a me, se comunque non devo essere letto. Bene, dicevamo. Durante la notte non fu tutto cosi´ calmo come si poteva sperare. Ben mi ricordo di essermi svegliato perche´ aveva cominciato a piovere. E i nostri oggetti erano esposti alle intemperie. Dopo aver inutilmente invocato il nome del nostro capitano - D.P. ricorda esattamente sia la mia invocazione, sia il suo rifiuto - mi sono alzato e, uscito dalla tenda, ho ricoperto i nostri averi col barbatelo. Quanto poteva fare freddo, a Edfjord?!? Troppo...
Il giorno dopo siamo rimasti in quel villaggio a riprenderci e a pianificare gli ultimi tre giorni. Il ginocchio di P. era ormai inutilizzabile, per cui sembrava quasi d´obbligo usare delle canoe. Cosi´ sono rimasto con lui a chiacchierare mentre gli altri visitavano le Vikingrave, o come accidenti si chiamano. Abbiamo anche visitato una simpatica chiesetta, e li anche D. e´ riuscito a venire, risalente all´n-esimo secolo.
Forse sono un po´ troppo severo con Edfjord: il fiordo visto dal mare e´ una gran cosa, e ci siamo anche fatti il bagno alla foce di un fiumiciattolo, rischiando di congelarci. Abbiamo fatto foto, e abbiamo ammirato le pareti ricche di alberi delle montagne norvegesi.
Giornata noiosa, non si puo´ negare. Durante la quale siamo riusciti ad organizzare i successivi due giorni in canoa e il viaggio finale verso Oslo. ``Siamo'' e´ una parola grossa: durante tutto il campeggio ho sempre sentito che il mio dovere era di trasportare chili e chili di equipaggiamento senza lamentarmi - a meno di sprofondare fino al ginocchio in una freddissima palude.
Agli altri l´organizzazione.

sabato, ottobre 28, 2006

Norway VI: autunno

La pioggia ci ha risparmiati, il sesto giorno. A dire il vero, non ho molti ricordi di quella mattina. Ricordo solo che, ad un certo punto, abbiamo cominciato a scendere per una discesa lunghissima, scivolosa, e piena di piante. Sono caduto in quella maledetta discesa almeno dieci volte. M. ha amesso che e´ stata una sua pazzia vendicativa per il giorno prima, fare la discesa tutta d´un colpo. Aaahhh, questi leader, che se la prendono se la truppa si ammutina... Avremmo dovuto fermarci due volte probabilmente. Fatto sta, che siamo scesi. L´unica consolazione sono state le disquisizioni di G. sul cambiamento della flora scendendo lungo il costone della montagna. Ha anche spiegato alcune questioni di classificazione. Veramente l´unica consolazione nel nervosismo che ci stava prendendo mentre scendevamo. Peraltro, mentre scendevamo ricominciava a fare caldo. In qualche maniera siamo riusciti ad arrivare a livello del fiordo. Quasi immediatamente abbiamo trovato una strada asfaltata (strada asfaltata, signori!, che confermava i segni di civilta´ che avevamo incontrato durante la discesa, rappresentati da numerosi esseri umani che risalivano la strada che noi stavamo discendendo. Strada asfaltata, dicevo. Ci siamo messi in cammino su di essa, cercando un posto per fermarci e mangiare qualcosa, dato che come al solito eravamo ancora digiuni. In uno spiazzo ci siamo fermati, ci siamo calmati dal nervosismo della discesa e abbiamo consumato cibo a volonta´. Principalmente pane e marmellata, dibattendo, come ormai stava dibattendo abitudine sulla bonta´ (o meno) dei marroni. Siamo rimasti abbastanza a lungo, anche per permettere a D. di riprendersi almeno parzialmente da un dolore al ginocchio che aveva cominciato a perseguitarlo. Dopo un po´ ci siamo rimessi in marcia, alla volta di Edfjord. Divertente camminare su una strada asfaltata, a velocita´ inimmaginabile fino a poche ore prima. Faticoso, comunque. Anche G., ad un certo punto, ha cominciato a risentire della fatica accumulata, e quale soddisfazione e´ stata arrivare a Edfjord e sistemarci in un vero camping. Economico, non particolarmente pulito, ma con tanta acqua corrente, e con delle altre persone. In sicurezza, per una volta tanto. Abbiamo deciso abbastanza rapidamente di fermarci un giorno li´ a leccarci le ferite e ad organizzare gli ultimi due giorni. E poi non si puo´ negare che ci piacesse vedere come ci guardavano gli altri abitanti del campeggio. Dovevamo avere un´aria abbastanza selvaggia, in quei momenti. Finalmente, comunque, ci aspettava una notte piu´ calma.