«Chi non ama la vita, non la merita»
Leonardo da Vinci.
In questo periodo discuto spesso con alcuni amici sulla legge sulla legittima difesa. La trovo abbastanza demagogica e, in generale, penosa. In piu´, da buon cristiano, mi da molto fastidio che il cardinal Ruini, Giuliano Ferrara, i comitati Scienza e Vita e compagnia cantante (nel senso che al massimo hanno un po´ di talento per "arie moralistiche", per citare il mai troppo compianto Pau Feyerabend) non abbiano speso una sola parola su quel "al fine di difendere i beni propri o altrui" contenuto nella legge.
Leggetevo il testo della legge. Brrr...
Voglio dire: l´embrione forse e´ vita, ma forse non lo e´, e nel dubbio, per salvarlo comunque fai un po´ di danni collaterali: non permetti fecondazioni assistite o ricerca scientifica, ad esempio. Al contrario, il ladro e´ sicuramente vita e salvandolo rinunceresti a un po´ di beni materiali. Che male non fa. Se non altro fa girare l´economia.
Per altro stavo riflettendo: un fotorilevatore molto sensibile (diciamo come soglia un fotone nello spettro visibile) varra´ almeno 0.25 euro. In ogni occhio ne avete 120.000.000. E´ cosi´ grosso il numero che conviene la notazione scientifica: 1.2 x 10^8. Ebbene, neocon del piffero, per salvare il tuo merdoso registratore da 300 euro, stai ammazzando un uomo e se non sei sensibile ad altro che ai soldi, pensa che stai facendo (almeno) 100.000.000 di euro di danno.
Si si, hai capito bene: 200 miliardi del vecchio conio, se non ti piace l´eurodiprodi.
mercoledì, febbraio 15, 2006
martedì, febbraio 14, 2006
Pluripremiato
Schulz e´ un genio. La domanda successiva e´: perche´ sento il bisogno di affermare adesso che Schulz e´ un genio? Ieri sono andato alla sneak preview. Per chi non lo sapesse: paghi due euro, ti siedi al cinema, e non sai che film verra´ proiettato. Finora ci sono andato sei volte: due ne e´ valsa la pena, un´altra era un film leggero e divertente, uno era infantile e due inguardabili. Fra essi, quello di ieri sera (il "pluripremiato" Vinzent). Mi pare che fosse la storia di un disegnatore di fumetti che confondeva la realta´ e la fantasia. Il regista, per fare il figo, l´ha girato in maniera frammentata e ciclica: a fare l´intellettuale c´e´ riuscito e hanno anche applaudito alla fine, questi crucchi. L´importante e´ non essere hollywoodiani, giusto?
Dicevo: e´ riuscito a fare l´intelletuale. Dubito che sia riuscito a intrattenere il pubblico, di sicuro non me. E dubito che qualcuno sia in grado di dire di parlasse il film, ma tant´e´: a ognuno il divertimento che ama.
Per questo Schulz e´ un genio. Avete mai letto i Peanuts? Soprattutto non proprio i primi, ne´ gli ultimi. Diciamo quelli della maturita´. Se non l´avete ancora fatto, e´ un buon momento per iniziare; non impiega nemmeno molto tempo: quattro vignette, un´inclinazione della linea della bocca, una composta capriola. E dire che ad alcuni torturano spettatori innocenti per un´ora e mezza, per mostrare di essere profondi.
«I love mankind - it's people I can't stand!»
Linus van Pelt
Dicevo: e´ riuscito a fare l´intelletuale. Dubito che sia riuscito a intrattenere il pubblico, di sicuro non me. E dubito che qualcuno sia in grado di dire di parlasse il film, ma tant´e´: a ognuno il divertimento che ama.
Per questo Schulz e´ un genio. Avete mai letto i Peanuts? Soprattutto non proprio i primi, ne´ gli ultimi. Diciamo quelli della maturita´. Se non l´avete ancora fatto, e´ un buon momento per iniziare; non impiega nemmeno molto tempo: quattro vignette, un´inclinazione della linea della bocca, una composta capriola. E dire che ad alcuni torturano spettatori innocenti per un´ora e mezza, per mostrare di essere profondi.
«I love mankind - it's people I can't stand!»
Linus van Pelt
lunedì, febbraio 13, 2006
Istantaneo
«Il risultato significa che il calore si trasmette immediatamente a tutti i punti dello spazio, anche se era inizialmente circoscritto in una zona comunque piccola».
Tradotto dalla dispensa di un corso sui nuclei del calore (o da un qualsiasi testo di matematica superiore).
Immaginate di recarvi da una delle (circa 100, la maggior parte laureati in matematica) persone che settimanalmente studiano il corso e di porgli una domanda sul concetto di istantaneita´. Immaginate ancora di infastidirli osservando che il calore nel mondo reale NON si trasmette immediatamente. Ovviamente, verrete tacciati di non capire la differenza fra un sistema fisico e la sua modellazione matematica. Allora cercherete di obiettare che i matematici dovrebbero dire le cose in modo chiaro, e che dovrebbero preoccuparsi di far sapere al mondo che essi non credono che il calore si trasmetta a velocita´ infinita. E vi sentirete rispondere che per chi capisce la matematica e´ evidente il significato. Ma la matematica non era una scienza che (come tutte le altre) dovrebbe servire a migliorarlo, il mondo? Non dovrebbe quindi esprimersi chiaramente e dire le cose come stanno? Non dovrebbe cercare di essere comprensibile anche a qualcun altro a parte quelle poche migliaia di persone al mondo che si occupano di equazioni alle derivate parziali?
Ahh... ma quanto sei pedante, Stefano... sempre il solito...
La lingua crea i concetti: oggi dite che il calore si trasmette immediatamente e siete (forse) coscienti che dipende dal modello che avete scelto. Domani crederete che un elettrone sia una funzione d´onda.
Che le idee matematiche abbiano un´esistenza a se´ stante.Che anche le altre idee astratte la abbiano. Che questa esistenza, se le idee sono belle, debba essere difesa. Che la loro esistenza, in certi casi, vale piu´ di quella di un uomo. Che la Liberta´ e la Democrazia valgano bene una guerra.
«La filosofia è scritta in questo grandissimo libro che continuamente ci sta aperto innanzi agli occhi (io dico l'universo), ma non si può intendere se prima non si impara a intendere la lingua, e conoscer i caratteri, ne' quali è scritto. Egli è scritto in lingua matematica, e i caratteri son triangoli, cerchi, ed altre figure geometriche, senza i quali mezzi è impossibile intenderne umanamente parola»
Galileo Galilei, Il Saggiatore.
Tradotto dalla dispensa di un corso sui nuclei del calore (o da un qualsiasi testo di matematica superiore).
Immaginate di recarvi da una delle (circa 100, la maggior parte laureati in matematica) persone che settimanalmente studiano il corso e di porgli una domanda sul concetto di istantaneita´. Immaginate ancora di infastidirli osservando che il calore nel mondo reale NON si trasmette immediatamente. Ovviamente, verrete tacciati di non capire la differenza fra un sistema fisico e la sua modellazione matematica. Allora cercherete di obiettare che i matematici dovrebbero dire le cose in modo chiaro, e che dovrebbero preoccuparsi di far sapere al mondo che essi non credono che il calore si trasmetta a velocita´ infinita. E vi sentirete rispondere che per chi capisce la matematica e´ evidente il significato. Ma la matematica non era una scienza che (come tutte le altre) dovrebbe servire a migliorarlo, il mondo? Non dovrebbe quindi esprimersi chiaramente e dire le cose come stanno? Non dovrebbe cercare di essere comprensibile anche a qualcun altro a parte quelle poche migliaia di persone al mondo che si occupano di equazioni alle derivate parziali?
Ahh... ma quanto sei pedante, Stefano... sempre il solito...
La lingua crea i concetti: oggi dite che il calore si trasmette immediatamente e siete (forse) coscienti che dipende dal modello che avete scelto. Domani crederete che un elettrone sia una funzione d´onda.
Che le idee matematiche abbiano un´esistenza a se´ stante.Che anche le altre idee astratte la abbiano. Che questa esistenza, se le idee sono belle, debba essere difesa. Che la loro esistenza, in certi casi, vale piu´ di quella di un uomo. Che la Liberta´ e la Democrazia valgano bene una guerra.
«La filosofia è scritta in questo grandissimo libro che continuamente ci sta aperto innanzi agli occhi (io dico l'universo), ma non si può intendere se prima non si impara a intendere la lingua, e conoscer i caratteri, ne' quali è scritto. Egli è scritto in lingua matematica, e i caratteri son triangoli, cerchi, ed altre figure geometriche, senza i quali mezzi è impossibile intenderne umanamente parola»
Galileo Galilei, Il Saggiatore.
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