Oggi scrivo senza un´epigrafe. Mi e´ piaciuto molto un libro che ho finito ieri: "L´uomo che scambio´ sua moglie per un cappello" di Oliver Sacks. Interessante e profondamente umano, mi ha aiutato a chiarire e ordinare idee, intuizioni, piccole rivelazioni che faccio quotidianamente su di me. Bello.
Comunque sia, scrivero´ qui un piccolo diario "a posteriori" del nostro viaggio in Norvegia. Il primo giorno, il 3 agosto, per essere precisi, e´ stato un giorno di viaggio. Mi sono svegliato presto, a casa di una mia cara amica che abita a Milano. Presto: alle 5 e 30. L´ho salutata - lei aveva insistito per questo la sera prima - e mi sono messo in cammino verso la stazione sotto una leggere pioggia ed un cielo nuvoloso, in fondo piacevoli dopo 4 giorni di gran caldo a Milano. Con un bus sono arrivato fino ad Orio al Serio, dove ero atteso dall´aereo che ci avrebbe portato ad Torp, e dai miei amici baresi. Brevi e calorosi saluti, prima di riordinare gli zaini per la partenza. La nostra scarsa esperienza ci ha portati ancora una volta a portare un po´ troppe cose. In particolare alcuni di noi erano molto carichi di vestiti e questo ci ha creato problemi di volume. Fatto che sta che ce l´abbiamo fatta. Il volo fino a Torp e´ stato tranquillo e piacevole; qualche lieve turbolenza sulle alpi che hanno spaventato P. e D., che non sono dei veterani del volo. Torp: abbiamo, dopo qualche breve discussione, preso un autobus per Drammen, evitando di arrivare fino ad Oslo. Scelta intelligente, dato che Drammen e´ uno snodo del nostro itinerario. Certo, se non fosse che, dopo tre quarti d´ora di viaggio ed una piacevole conversazione con M. (primo passo per recuperare la nostra intimita´ amicale, che si perde lentamente durante ogni mia permanenza in germania), l´autista ha avuto la brillante idea di abbandonarci ad un autogrill nella periferia di Drammen. Ancora poco efficienti, abbiamo impiegato troppo tempo a raggiungere il centro (fermandoci ripetutamente in negozi, pur consapevoli di non aver ancora cambiato gli euro in corone). Arrivati in centro, abbiamo trovato, meraviglia!, una banca aperta che ci ha cambiato gli euro... abbiamo visto che il treno per Myrdal partiva a mezzanotte (alle 23 e 44, per la precisione) e siamo tornati verso un prato sulle sponde del fiume di Drammen (di cui non ricordo il nome), non prima di verificare che i bus, decisamente meno costosi in Norvegia, non ci avrebbero aiutato. Costeggiando il prato sono stato apostrofato da un vichingo che ci aveva visti passare gia´ piu´ volte: "What are you doing?". Sorpreso, stanco e desideroso di sedermi, gli ho risposto aggressivamente: "What is your problem?", da buon barese. Stupito dalla mia feroce reazione il vichingo si e´ un po´ innervosito e, per farla breve, abbiamo impiegato qualche minuto per palesarci a vicenda le nostre intenzioni amichevoli. Dopodiche´ si e´ unito a noi e abbiamo chiacchierato amabilmente, interrotti, solo da alcune interruzioni per mangiare, cercare le cartine e preparare gli zaini per la marcia. All´ora stabilita ci siamo mossi verso la stazione e abbiamo aspettato il nostro treno. Per Myrdal. La citta´ di Myrdal.
Il treno era freddino e scomodo, ma ognuno era fornito di una copertina di pail gentilmente offerta dalle ferrovie norvegesi. Di fronte a me sedeva una ragazza di colore, e G. si e´ messo a conversare con un pescatore armato di cane, per avere informazioni sulla zona dove saremmo scesi. E´ stato gentile e utile, e lo abbiamo subito soprannominato "Rallarvegen", che e´ il nome della pista ciclabile (!?) su cui ci saremmo incamminati. Breve sonno interrotto, un´alba molto presto e siamo arrivati a Myrdal, in perfetto orario, alle 4 e 40. Il resto a domani.
mercoledì, agosto 16, 2006
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