un mio caro amico sta scrivendo la sua tesi di laurea. quello che fa, se ho capito bene, sapete, lui e´ biologo e io matematico, e´ confrontare diversi sistemi di misurazione per i crani di ominidi.successivamente dovrebbe testarne uno nuovo ad alta risoluzione.
mi ponevo un problema squisitamente teorico: supponiamo di avere a disposizione uno strumento capace di misurare con una risoluzione precisa a piacere. si noti che, dato che questo mio amico vuole effettuare delle misurazioni tramite metodi laser, questa assunzione non e´ cosi´ peregrina. fatta questa osservazione, mi sorge spontanea una domanda: si vuole misurare la superficie o il volume? nel primo caso e´ necessario scegliere un´unita´ di risoluzione appropriata, per evitare che la misura dia un valore tendente a infinito a cause della probabile natura frattale dell´oggetto da misurare. d´altra parte non vedo una maniera coerente di misurare direttamente il volume che rinunci ad una scelta a prioristica di un livello di risoluzione.
stamattina in autobus, quindi, mi domandavo come si risolve questo dilemma. effettivamente, mi sembra che l´unica soluzione pratica e utile sia quella di scegliere come livello di risoluzione la scala intrinseca del cervello, cioe´ la grandezza dei neuroni, o il diametro di un assone, o qualsiasi cosa in qualche maniera relazionabile ad esse.
ps: a proposito, qui c´e´ una recensione del libro di mandelbrot "the fractal geometry of nature" scritta da wheeler, quello dei buchi neri.
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