Un esempio evidente è quello della reazione agli studi studi PISA,
una indagine internazionale promossa dall'OCSE nata con lo scopo di valutare con periodicità triennale il livello di istruzione degli adolescenti dei principali paesi industrializzati,per citare Wikipedia.
Quando arrivarono i risultati della prima tornata, nel 2000, in Germania si aprì un grande dibattito perchè i risultati degli studenti tedeschi non corrispondevano a quello che ci si immaginava, essi erano circa al 20° posto su 40 nazioni. Obiettivo del dibattito: trovare una soluzione per migliorare la qualità dell'insegnamento, magari prendendo ad esempio paesi come la Finlandia risultati ai vertici della graduatoria. Ovviamente non ci sono state soluzioni condivise o grandi azioni politche, ma per lo meno c'era un interesse pubblico alla qualità dell'istruzione. Fatto sta che la Germania ha ottenuto dei notevoli miglioramenti fra il 2000 e il 2006, guadagnando quasi una decina di posizioni, soprattutto nelle discipline scientifiche.
E in Italia? Data la scarsa risonanza avuta dallo studio in Italia, si sarebbe portati a pensare che l'Italia è uscita alla grande da questi test; d'altra parte, è diffusa in Italia la convinzione di possedere un sistema scolastico d'eccellenza.
La verità è ben altra: nella prima valutazione, quella del 2000, l'Italia si è piazzata intorno al 24° posto, con una posizione più o meno a seconda della disciplina. C'è stato un dibattito? No. Che io sappia, la maggior parte degli italiani ignora l'esistenza di tale valutazione internazionale.
E l'effetto di questa scarsa considerazione è che l'Italia non ha migliorato i propri punteggi. In "Matematica" e "Scienze" è rimasta sostanzialmente stabile. Nella categoria "Lettura" ha perso circa 20 punti; se si pensa che un anno scolastico corrisponde a circa 25-30 punti, la cosa è inquietante.
1 commento:
Hai proprio ragione, é inquietante.
Un saluto
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